OMICIDI SUL LAVORO:
LA CONVENIENZA DEL RISCHIO

Agricoltura italiana. Lo sfruttamento del lavoro è il motore che la tiene in piedi

Ci vogliono convincere che pagare un bracciante clandestino 2 o 3 euro l’ora, per raccogliere frutta o verdura o fare lavori di campo, sia giustificato dalla necessità di rendere disponibili i prodotti alimentari a prezzi accessibili a tutti...

Antonio Onorati - ARI, Associazione Rurale Italiana

In seguito alle recenti, disumane morti del bracciante indiano Satnam Singh, in provincia di Latina, e del giovane Pierpaolo Bodini, in provincia di Lodi, circoliamo questo articolo che Antonio Onorati, membro di ARI – Associazione Rurale Italiana – ha scritto e pubblicato per il Manifesto. Una riflessione per sfatare alcuni miti e ribadire ancora una volta la totale dipendenza del nostro sistema agro-alimentare dallo sfruttamento e da forme di schiavitù.

Noi di ARI, insieme ai membri del Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC), continuiamo a rivendicare una seria implementazione della condizionalità sociale nella Politica Agricola Comune (PAC) a livello europeo e nazionale e il rispetto dei diritti sanciti all’interno della Dichiarazione ONU per i Diritti Contadini e di Altre Persone che Lavorano nelle Aree Rurali, tra cui il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso.

Associazione Rurale Italiana
https://www.assorurale.it/

Antonio Onorati – 21 giugno 2024

Ci viene raccontata una storia che dovrebbe tranquillizzare quelli che hanno a cuore le sorti dei lavoratori. Si sostiene che l’agricoltura industriale per mantenere bassi i prezzi per i consumatori “è costretta a risparmiare sulle risorse impiegate per il lavoro”. In altre parole ci vogliono convincere che pagare un bracciante clandestino 2 o 3 € l’ora per raccogliere frutta o verdura o fare lavori di campo sia giustificato dalla necessità di rendere disponibili i prodotti alimentari a prezzi accessibili a tutti. Niente di più lontano dalla realtà.

Secondo l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, fatto 100 per il 2015, nel 2020 era vicino a 105, ad aprile 2021 superava già 105, a gennaio 2022 – prima della guerra in Ucraina – era vicino a 110 e da ottobre 2022 si è attestato intorno 120 fino al mese di aprile 2024. Dal 2000 al 2024 (aprile) questi prezzi hanno subito un aumento del 58,9%.

La riprova sta nei dati più recenti relativi all’andamento dei consumi alimentari.

aumenta il costo del cibo? se ne acquista meno

Nel 2023 aumenta la spesa per tutti i comparti alimentari. In particolare, cresce la spesa per le uova (+14,1%), per i comparti di latte e derivati (+11,7%) e dei derivati dei cereali (+11,7%). Importanti anche gli incrementi di spesa per le carni (+6,7%). Più in generale la spesa per i consumi alimentari domestici è aumentata dell’8,1% rispetto al 2022 ma è diminuito il volume dei prodotti alimentari acquistati. Paghi di più per comprare meno.

L’agricoltura industriale ha una finalità banale e visibile: stabilizzare o aumentare i profitti ottenuti dal capitale investito nelle attività agricole e, poiché è fragilizzata dalla sua dipendenza dalle forniture a monte di cui non controlla i prezzi (energia, sementi, macchine, logistica, ecc), usa un meccanismo scontato, quello di comprimere i costi del lavoro. Fino alla schiavitù. In questo il caporalato è giusto un corollario, è la struttura di produzione di queste aziende che – osannate come competitive, moderne e “italianissime” – trova nello sfruttamento del lavoro il modo più semplice per garantirsi livelli di profitto stabili, salvo poi incamerare la parte più importante del finanziamento pubblico per l’agricoltura, sia europeo che italiano. In nessun modo il potere di mercato della GDO può giustificare queste pratiche. Se ci sono prezzi bassi pagati al cancello delle aziende agricole questi vanno a tutto vantaggio della GDO e dell’industria agroalimentare, del cosiddetto “made in Italy”, non certo del consumatore.

pochi ettari, pochi sostegni

Ma c’è anche un altro meccanismo di sfruttamento, o, meglio, di autosfruttamento. Le aziende agricole di piccola o media dimensione, che vivono grazie al lavoro del conduttore/trice, che ricevono solo qualche spicciolo del sostegno pubblico all’agricoltura (“pochi ettari, pochi sostegni”) e che producono essenzialmente per il mercato interno, debbono competere nello stesso spazio di mercato delle grandi imprese agricole, quelle che ricevono i soldi dei finanziamenti pubblici.

Competizione sleale tra sistemi economici diversi, con logiche diverse. I prezzi pagati alle imprese che occupano lavoratori salariati non remunerano il lavoro del contadino che lavora direttamente e in solitudine nelle sue aziende. Se vuole mantenersi il posto di lavoro deve autosfruttarsi fin dove le energie glielo consentono, magari chiedendo aiuto a qualche familiare. E i dati ce lo confermano.

autosfruttamento  e sparizione dei piccoli contadini

Il numero di lavoratori agricoli indipendenti (i coltivatori diretti) negli ultimi decenni diminuisce con tassi a due cifre ma il numero totale delle giornate di lavoro annue che presta nella sua azienda diminuiscono solo di qualche punto percentuale. Molte aziende contadine spariscono (2 su 3 negli ultimi 38 anni), chi resta in quelle che sopravvivono lavora molto di più di quanto facesse prima. E questa è la situazione di circa 900.000 piccole aziende agricole.


Nota della Redazione

Tornando alle morti sul lavoro che a giugno 2024 ammontano al terrificante numero di 534, introdurre il reato di omicidio sul lavoro sarebbe utile a proteggere la salute e la vita di lavoratori e lavoratrici dato che, come ha dichiarato Agostino Messineo, medico del lavoro ed ex capo del pool di ispettori della Procura, al Corriere della Sera Roma, il 23 giugno 2024: “Con

condanne dai 3 ai 6 mesi

l’attuale Codice penale non c’è una dissuasione efficace nei confronti dei datori di lavoro. Su 40 casi di infortuni mortali che sto esaminando le condanne sono tutte dai 3 ai 6 mesi… Non dissuadono nessuno e, a fronte di risparmi consistenti nell’appalto, per il datore di lavoro può essere conveniente assumersi il rischio”.

24 Giugno 2024

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