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text-center space-top space-bottom">Navigare in un mare di debito (larvato)

“Caro Andreatta, dal punto di vista economico la questione della cosiddetta Alta Velocità è sicuramente la più grossa da metà secolo ad oggi per la spesa immensa che comporterebbe. Le Ferrovie parlano di 30mila miliardi per non allarmare troppo l’opinione pubblica, ma in realtà pensano che si tratterebbe almeno di 50mila miliardi. Io però, documentandomi come ex ministro dei Trasporti con valorosi tecnici, penso che si arriverebbe a 100mila. E’ una cifra da capogiro, ed è una truffa”.

è una truffa

L’espressione è nella lettera che Luigi Preti, esponente di spicco del Partito Socialista Democratico Italiano e già membro della Costituente, scrive nel febbraio 1992 a Beniamino Andreatta, economista e uomo politico nella DC e poi nell’Ulivo sul programma TAV. Si era agli inizi del progetto TAV nazionale. L’unica cosa che Preti non previde fu il futuro cambio lira-euro. Le stime dei costi del progetto Alta Velocità in realtà raddoppieranno ulteriormente le previsioni di Preti, portando a oltre 100 miliardi di euro il costo complessivo accollato all’erario.

Non è esagerato parlare di truffa. I mitici investitori privati, ovvero le banche (che Giuliano Amato aveva da poco privatizzato), secondo la conferenza-stampa tenuta nell’estate del 1991 (nessuna legge, nessun decreto: una press release) avrebbero garantito il 60% del finanziamento nella costruzione dell’alta velocità mentre lo Stato avrebbe coperto solo il 40%. Invece nel 1998, sette anni dopo, le banche usciranno dalla società TAV SpA, calcolando i loro finanziamenti al progetto come prestiti a prezzi di mercato e non come apporti in capitale. Gli interessi, moltiplicati dai ritardi e dalle continue revisioni in corso d’opera, incombono ancor oggi e per i decenni a venire sul bilancio dello Stato, pagatore al 100%.

TAV CHI SÌ non è un libro sui trasporti, ma un’indagine sulla direzione: serve per una diagnosi accurata su dove va l’Italia, anche quando non prende il treno. È l’inizio di un’investigazione civile e indipendente dovuta da decenni. 

TAV CHI SÌ ricostruisce i trenta anni che hanno visto le decisioni e i percorsi attuativi del sistema italiano di ferrovia ad alta velocità e come i paradigmi che hanno sostenuto questo sistema siano trasmigrati, applicati ad altre Grandi Opere.

Questa indagine acquisisce e connette fatti del presente e vestigia (più o meno innocentemente rimosse) dei decenni precedenti: investiga i fulcri di leva nelle decisioni sui soldi di tutti e di ciascuno, sui modelli e sui paradigmi di sviluppo.

L’ebook TAV CHI SÌ attuale è la seconda edizione, pubblicata a dicembre 2017, dell’investigazione partecipativa iniziata nel 2013. È composto da oltre 400 schede che descrivono e interconnettono fatti e dati e forniscono collegamenti a ulteriori fonti sul web. Il webdocumentario collegato all’ebook contiene testi, illustrazioni e grafici ed è navigabile attraverso percorsi tematici, cronologici, per personaggi (i chi sì). Con la guida di letture di Ivan Cicconi, Claudio Giorno, Francesco Paola, Andrea De Benedetti.

 

TAV CHI SÌ webdocumentario online: indice clip video delle lezioni di Ivan Cicconi (2014). L'ingegner Cicconi è stato il maggior contributore d'indagine indipendente sul sistema italiano di ferrovie ad alta velocità. Deceduto nel 2017, il suo lavoro resta centrale per l'analisi di tutte le operazioni di project financing, o partenariati pubblico-privati. Tecnicismi apparenti, in realtà strategie di organizzazione oligarchica. -- L'accesso ai webdocumentari online è riservato agli acquirenti degli ebook; utilizzando i Suggerimenti, il Lettore entra in contatto diretto con la redazione e i revisori, per i miglioramenti nelle prossime edizioni.

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