RELAZIONI INTERNAZIONALI AUTUNNO 2022
LA RAGIONE DEGLI ALTRI: COSA DICE IL RESTO DEL MONDO? Voci non-West dall’Assemblea Annuale ONU sett. 2022
redazione Trancemedia.eu - video e traduzioni letterali di discorsi "non-West" su situazione internazionale autunno 2022. Ultimo aggiornamento: 8 ottobre 2022
Questa pagina ospita traduzioni letterali complete degli interventi più significativi di Paesi non allineati con l’Occidente, pronunciati dal 21 al 26 settembre 2022 al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, nel corso della 77a Assemblea Generale ONU. Una nota al fondo di questa pagina riassume finalità e modalità della pubblicazione. Nuove traduzioni saranno aggiunte dopo il 28 settembre.
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Discorso del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla
al Dibattito generale del Segmento di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite
New York, 21 settembre 2022
Signor Presidente:
Delegati:
L’impatto della pandemia di Covid 19 ha messo a nudo, come mai prima d’ora, la vera essenza dell’ordine internazionale ingiusto e insostenibile che prevale.
Mai prima d’ora l’umanità ha avuto questo formidabile potenziale scientifico e tecnico, questa straordinaria capacità di generare ricchezza e benessere, eppure mai prima d’ora il mondo è stato così diseguale e l’iniquità così profonda.
828 milioni di persone, il 10% della popolazione mondiale, soffrono la fame e quasi 50 milioni di bambini soffrono di deperimento, la forma più letale di malnutrizione.
Nel 2022 la disoccupazione interesserà 207 milioni di persone, 21 milioni in più rispetto al 2019. Nel bel mezzo della quarta rivoluzione industriale, 773 milioni di esseri umani non sanno né leggere né scrivere.
Quasi 6,5 milioni di persone sono morte a causa della pandemia di Covid-19. I vaccini sono inaccessibili a un miliardo di persone nei Paesi a basso reddito. Nel 2021, le transnazionali del settore farmaceutico hanno guadagnato 84,588 miliardi di dollari.
Il debito estero è stato pagato più volte, ma si sta moltiplicando. Paradossalmente, la spesa militare globale è in aumento e per la prima volta supera i 2 trilioni (lett. 2 milioni di milioni) di dollari.
Non c’è alcuna giustificazione al fatto che l’umanità sia ancora minacciata dall’esistenza di quasi 13.000 armi nucleari. Sosteniamo l’universalità del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
Quante cose potremmo fare di più se queste risorse venissero spese per promuovere la salute e lo sviluppo? Quante morti per il covid-19 e per altre cause si sarebbero potute evitare? Quanti bambini sarebbero stati salvati dalla fame e da malattie prevenibili o curabili?
Signor Presidente:
I gas serra hanno registrato concentrazioni record nel 2021 e lo stesso accadrà nel 2022. Il livello medio del mare ha raggiunto un nuovo massimo. Gli ultimi sette anni sono i più caldi mai registrati.
Non possiamo continuare a ignorare gli avvertimenti di un’imminente catastrofe climatica. Abbiamo una sola Terra, l’unica casa per tutti noi, ricchi e poveri. Dobbiamo agire senza ulteriori indugi.
La “filosofia della guerra e dell’espropriazione” e i modelli irrazionali di produzione e consumo del capitalismo porteranno alla catastrofe.
Le relazioni internazionali sono su una strada molto pericolosa. L’offensiva statunitense volta a sottomettere gli Stati attraverso minacce e coercizione economica, militare e politico-diplomatica, per sottometterli a un ordine basato sulle sue regole capricciose, insieme all’espansione della NATO e allo sviluppo di una dottrina aggressiva e di una guerra non convenzionale di quinta generazione, portano inevitabilmente a un clima di tensione e conflitto, le cui conseguenze sono imprevedibili.
Signor Presidente:
Cuba, un piccolo Stato insulare in via di sviluppo, ha pagato a caro prezzo la difesa del suo legittimo diritto di esistere come nazione sovrana e indipendente.
Per oltre sei decenni, abbiamo resistito a un blocco economico, commerciale e finanziario spietato e unilaterale che si è intensificato a livelli senza precedenti dal 2019 e durante la pandemia.
A trent’anni dalla prima risoluzione di questa Assemblea contro il blocco, il governo degli Stati Uniti continua a ignorare la richiesta quasi unanime della comunità internazionale di cessare la sua politica illegale e crudele contro Cuba.
Persevera nei suoi sforzi per generare carenze materiali, scarsità, sofferenza, per seminare scoraggiamento e insoddisfazione e per causare danni al popolo cubano.
Il governo degli Stati Uniti rafforza le pressioni su governi, istituti bancari e aziende di tutto il mondo interessati ad avere relazioni con Cuba e persegue ossessivamente tutte le fonti di reddito e gli afflussi di valuta estera verso il Paese, al fine di provocare un collasso economico.
Di conseguenza, l’economia cubana ha subito pressioni straordinarie, che si sono manifestate nell’industria, nei servizi, nella carenza di cibo e medicinali e nel deterioramento del livello dei consumi e del benessere generale della popolazione.
Il danno umano causato da questa politica a tutte le famiglie cubane, impossibile da quantificare, è enorme, crudele e immorale.
Il blocco è un atto di guerra economica in tempo di pace.
L’attuale governo degli Stati Uniti mantiene in vigore le misure di pressione più aggressive contro il nostro Paese adottate dal governo del presidente Donald Trump.
Continua l’ingiustificata inclusione di Cuba nell’elenco arbitrario e unilaterale del Dipartimento di Stato dei Paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo.
Questa classificazione calunniosa impone uno stigma sulle nostre entità e istituzioni e rende estremamente difficili le transazioni finanziarie e commerciali e le possibilità di pagamenti e crediti.
Cuba, che è stata vittima del terrorismo di Stato, non promuove e non promuoverà mai il terrorismo. Al contrario, lo condanniamo in tutte le sue forme e manifestazioni.
Il governo statunitense manipola opportunisticamente questioni molto delicate come il terrorismo, la religione, la democrazia, la giustizia, la corruzione e i diritti umani.
Due pesi e due misure, incoerenza, selettività e manipolazione politica danneggiano la causa dei diritti umani.
Il precedente discorso del cancelliere ceco, che non osa menzionare il crimine del blocco di Cuba, ne è un triste esempio.
Abbiamo chiaramente avvertito il governo degli Stati Uniti che devono essere affrontati i fattori che incoraggiano la migrazione irregolare e causano perdite di vite umane, come il mancato adempimento, dal 2017, dell’obbligo previsto dagli accordi bilaterali esistenti di concedere non meno di 20.000 visti annuali per i migranti; l’esistenza della legge di aggiustamento cubano, il trattamento privilegiato politicamente motivato, le pressioni restrittive sui Paesi di transito regolari e il rafforzamento del blocco economico.
L’annuncio odierno che l’elaborazione dei visti per i migranti tornerà all’ambasciata statunitense all’Avana è un passo positivo.
Cuba ribadisce la sua volontà di procedere verso una migliore intesa con il governo degli Stati Uniti e di sviluppare relazioni civili e persino di cooperazione tra i due Paesi, sulla base del rispetto reciproco, dell’uguaglianza sovrana e senza minare la nostra indipendenza e sovranità, nonostante le profonde differenze.
Sottolineiamo il prezioso impegno e le recenti manifestazioni dei cubani e dei discendenti cubani in tutte le latitudini e in questo Paese, di rispetto dei diritti sovrani di Cuba e di rifiuto della spietata aggressione degli Stati Uniti, in particolare del blocco economico.
Sono anche profondamente grato per le dichiarazioni dei capi di Stato e di governo in questo dibattito generale, per il sostegno storico di quest’Assemblea e per le espressioni di solidarietà verso Cuba da parte di governi, personalità, organizzazioni politiche e movimenti solidali, sociali e popolari di tutto il mondo.
Oggi, questa solidarietà e questo sostegno continuano a essere essenziali.
Signor Presidente:
Nonostante le enormi sfide, il popolo e il governo cubano non hanno ceduto nella determinazione di avanzare nella costruzione di una società socialista più giusta, democratica, prospera e sostenibile.
Abbiamo superato il covid-19 con le risorse, i nostri vaccini e la forza del nostro sistema sanitario e scientifico. Siamo stati in grado di collaborare modestamente inviando 58 brigate mediche nel momento peggiore della pandemia in 42 Paesi e territori.
Abbiamo lavorato per ripristinare la vita economica e sociale del Paese, per sostenere la trasformazione delle nostre comunità e per sostenere ed espandere i programmi sociali.
Continuiamo a migliorare il nostro sistema giuridico, il nostro Stato socialista di diritto e giustizia sociale, per garantire il pieno godimento di tutti i diritti umani da parte di tutti i cubani e per arricchire il sistema di giustizia sociale di cui hanno goduto diverse generazioni.
Il 25 settembre, dopo un ampio processo di partecipazione e consultazione popolare, si terrà il referendum legislativo su un nuovo e inclusivo Codice di famiglia. Sarà un esercizio di vera democrazia diretta e di potere effettivo del popolo cubano.
Signor Presidente:
L'”unità nella diversità” proposta dall’allora Presidente Raúl Castro è possibile nei Paesi del Sud e nella Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi, che si sta rafforzando sempre di più e sta creando le condizioni affinché la nostra regione avanzi verso forme più elevate di integrazione e cooperazione, sulla base dei postulati della Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.
Apprezziamo la posizione dignitosa assunta da diversi Paesi della nostra regione di fronte alle esclusioni arbitrarie nei forum emisferici.
Rinnoviamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà alla Repubblica Bolivariana del Venezuela, al suo Presidente costituzionale, Nicolás Maduro Moros, e all’unità civile-militare del suo popolo, di fronte ai tentativi di destabilizzare e sovvertire l’ordine interno di questo fraterno Paese. Respingiamo l’applicazione di misure coercitive unilaterali contro il Venezuela.
Denunciamo i tentativi imperialisti di destabilizzare il Governo di Riconciliazione e Unità Nazionale del Nicaragua. Ribadiamo il nostro fermo sostegno al fraterno popolo nicaraguense e al suo Presidente, Daniel Ortega.
Siamo solidali con le nazioni sorelle dei Caraibi e sosteniamo la loro legittima richiesta di risarcimento per gli effetti dannosi del colonialismo e della schiavitù. Hanno bisogno e meritano un trattamento equo, speciale e differenziato.
Riaffermiamo il nostro impegno storico per l’autodeterminazione e l’indipendenza del popolo di Porto Rico.
Haiti ha bisogno di un contributo speciale da parte della comunità internazionale per la sua ricostruzione e il suo sviluppo. L’umanità è in debito con quella Repubblica fondatrice.
Sosteniamo la legittima rivendicazione del Presidente Alberto Fernández e del popolo della Repubblica argentina alla sovranità sulle isole Malvinas, Sandwich del Sud e Georgia del Sud e sulle aree marittime circostanti.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla vicepresidente argentina Cristina Fernández de Kirchner che, vittima di un ingiusto e immotivato accanimento giudiziario e mediatico, ha recentemente subito un efferato attentato.
Ribadiamo il nostro fermo impegno per la pace in Colombia. La manifesta volontà di pace dell’attuale Presidente Gustavo Petro e delle parti interessate merita il sostegno della regione e della comunità internazionale.
Le risorse necessarie devono essere messe a disposizione per sostenere l’Agenda 2063 dell’Unione Africana, che stabilisce la tabella di marcia per lo sviluppo di questo continente fratello.
Sosteniamo la ricerca di una soluzione pacifica e negoziata alla situazione imposta alla Siria e chiediamo la cessazione delle interferenze esterne e il pieno rispetto della sua sovranità e integrità territoriale.
Sosteniamo una soluzione giusta, globale e duratura del conflitto in Medio Oriente, che garantisca l’esercizio reale del diritto inalienabile del popolo palestinese di costruire il proprio Stato entro i confini precedenti al 1967, con capitale a Gerusalemme Est, e la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi occupati.
Ribadiamo la nostra incrollabile solidarietà al popolo Saharawi.
Respingiamo le misure coercitive unilaterali imposte alla Repubblica Islamica dell’Iran.
Condanniamo l’imposizione di ingiuste misure economiche unilaterali contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea e l’interferenza esterna nei suoi affari.
Ci opponiamo alle interferenze negli affari interni della Repubblica di Bielorussia.
Ribadiamo il nostro rifiuto dell’imposizione di sanzioni unilaterali contro la Federazione Russa.
Condanniamo le campagne diffamatorie infondate contro la Repubblica Popolare Cinese e i tentativi di danneggiarne l’integrità territoriale e la sovranità. Ribadiamo il nostro incrollabile sostegno al principio di una sola Cina.
Sosteniamo una soluzione diplomatica seria, costruttiva e realistica all’attuale guerra in Ucraina, con mezzi pacifici e nel rispetto delle norme del diritto internazionale, che garantisce la sicurezza e la sovranità di tutti.
Signor Presidente:
Cuba continuerà ad alzare la voce per rifiutare il dominio e l’egemonismo, le misure coercitive unilaterali, i blocchi genocidi e il tentativo di imporre al mondo una cultura e un modello unici.
Non rinunceremo mai alla difesa dell’indipendenza, della sovranità e dell’autodeterminazione dei popoli, senza interferenze o interventi stranieri.
Per il nostro glorioso passato, per il presente e per il futuro delle nuove generazioni di cubani, con la guida del Presidente Miguel Díaz-Canel, resisteremo in modo creativo e lotteremo instancabilmente fino a quando non realizzeremo i nostri sogni di pace e sviluppo con equità e giustizia sociale per Cuba e per il mondo.
Grazie molte.
Fonte : (Cubaminrex): https://www.minrex.gob.cu/es/discurso-del-ministro-de-relaciones-exteriores-de-la-republica-de-cuba-bruno-rodriguez-parrilla-0
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Dichiarazione di GNM Pandor, Ministra delle Relazioni Internazionali e della Cooperazione della Repubblica del Sud Africa
Dibattito Generale della 77a Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 21 settembre 2022, Nazioni Unite, New York
Presidente della 77ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Sua Eccellenza Csaba Kőrösi,
Segretario Generale, Sua Eccellenza António Guterres,
Eccellenze Capi di Stato e di Governo,
Signore e Signori,
Signor Presidente,
Mi unisco agli oratori che mi hanno preceduto nel congratularmi con lei per l’assunzione di questo importante incarico. Anche il Sudafrica si congratula con il suo predecessore per il successo del suo mandato di Presidente dell’Assemblea Generale.
Ringraziamo il Segretario Generale per la sua continua gestione di questo importante organismo globale, le Nazioni Unite.
Signor Presidente,
Ci incontriamo in un momento in cui la famiglia delle Nazioni Unite sta affrontando la sua prova più grande. Gli Stati membri devono lavorare con le Nazioni Unite per sviluppare risposte efficaci alle sfide attuali.
Come indica il tema dell’Assemblea generale, si tratta di sfide diverse, immense, ma interconnesse e nessun Paese può rispondere da solo. Alcuni hanno definito questo momento come un punto di svolta fondamentale nella storia.
La pandemia di COVID-19 e la guerra nell’Europa dell’Est hanno influenzato i nostri atteggiamenti odierni; tuttavia, per il Sudafrica, il vero punto di svolta sarà la piena attenzione del mondo ai bisogni degli emarginati e dei dimenticati.
Le nostre maggiori sfide globali sono la povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro e la sensazione di esclusione. Agire sulla visione dell’Agenda comune 2021 del Segretario generale delle Nazioni Unite dovrebbe diventare l’obiettivo principale di questo tempo, perché affrontare la povertà e il sottosviluppo sarà l’inizio del vero punto di inflessione nella storia umana.
La Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e i suoi protocolli sui diritti umani ci impegnano a proteggere tutte le persone senza distinzioni di sorta. Dobbiamo riconoscere che oggi affrontiamo queste crisi perché non abbiamo sempre sostenuto questi principi fondamentali con coerenza ed equità.
La pandemia COVID-19 ci ha fornito una tabella di marcia su ciò che si dovrebbe fare e non fare per affrontare le sfide globali. Dovremmo utilizzare le lezioni apprese in modo efficace. Ci sono state alcune nobili iniziative, come l’acceleratore di accesso agli strumenti della COVID-19 (ACT-A), co-presieduto dal Presidente Ramaphosa, Campione dell’Unione Africana per la risposta alla COVID, e dal Primo Ministro della Norvegia. Questa iniziativa ha gettato le basi per una distribuzione più equa di vaccini, terapie e diagnostici.
Signor Presidente,
la solidarietà globale è necessaria anche per affrontare altre sfide urgenti come l’insicurezza energetica e alimentare, il cambiamento climatico e la devastazione causata dai conflitti, compresa la minaccia esistenziale delle armi nucleari.
Invece di lavorare collettivamente per affrontare queste sfide, ci siamo allontanati sempre di più, mentre le tensioni geopolitiche e la sfiducia permeano le nostre relazioni.
Dovremmo tuttavia andare avanti in modo solidale, uniti negli sforzi per affrontare le nostre sfide globali comuni per garantire pace e sviluppo sostenibili.
Signor Presidente,
uno dei compiti che dobbiamo attuare con successo per garantire che i Paesi in via di sviluppo non siano lasciati indietro quando saranno disponibili le terapie è creare e sostenere la capacità di ricerca e innovazione in Africa per la produzione di vaccini, investire nel rafforzamento dei sistemi sanitari pubblici e produrre migliaia di operatori sanitari professionali in più. Ciò richiede investimenti sostenibili nell’istruzione superiore, negli istituti di ricerca e nella cooperazione globale per la ricerca.
La mobilitazione di risorse e capacità per rafforzare la risposta e la preparazione alle pandemie di tutte le nazioni deve essere aumentata in modo sostanziale. Sarebbe un tragico atto di accusa nei confronti di tutti noi leader se le future pandemie trovassero i più poveri impreparati come lo sono stati molti per la COVID-19.
Dobbiamo rafforzare l’architettura sanitaria globale per essere in grado di affrontare meglio le sfide di nuove pandemie e di altre malattie infettive preoccupanti. Il Sudafrica è orgoglioso di far parte di questa soluzione attraverso la creazione dei primi hub globali per il trasferimento di tecnologia mRNA, che contribuiranno alla sicurezza dell’approvvigionamento di farmaci salvavita per i Paesi africani e altri Paesi in via di sviluppo.
Signor Presidente,
il Sudafrica, come molti altri Paesi in via di sviluppo, deve affrontare enormi sfide di sviluppo, anche nel settore energetico. Dobbiamo affrontare collettivamente le carenze energetiche globali, anche attraverso l’impiego di soluzioni innovative che siano più economiche, più pulite e più accessibili.
In collaborazione con partner internazionali, stiamo sviluppando il nostro Piano di transizione per l’energia giusta per ridurre in modo significativo le emissioni nocive in Sudafrica. Anche il lavoro su un’economia verde allargata sta acquisendo uno slancio significativo.
Signor Presidente,
Ci congratuliamo con il Segretario generale per aver focalizzato l’attenzione sulla trasformazione dell’istruzione. L’istruzione rimane uno dei fattori più importanti per porre fine alla povertà e alle disuguaglianze e ci impegneremo per aumentare l’accesso all’istruzione a prezzi accessibili. Il Sudafrica ha scuole gratuite a livello primario e secondario per gli studenti più vulnerabili. Esiste anche una borsa di studio statale per gli studenti poveri che si qualificano per l’istruzione terziaria. Nel corso degli anni, queste misure sono servite ad aumentare le iscrizioni di studenti che in precedenza non potevano accedere all’istruzione.
Nel campo della ricerca e dell’innovazione, abbiamo bisogno di più partenariati come il progetto di infrastruttura scientifica Square Kilometre Array (SKA) ospitato in Sudafrica e in Australia, una partnership internazionale che rappresenta uno dei più grandi sforzi scientifici della storia. Partenariati di questo tipo devono essere incoraggiati per sfruttare le scoperte scientifiche a fini di sviluppo.
Signor Presidente,
il sistema commerciale multilaterale deve essere rafforzato in modo da creare davvero un ambiente favorevole al commercio equo che offra opportunità anche alle economie in via di sviluppo. Se non si prendono provvedimenti come questi, i Paesi in via di sviluppo continueranno a essere soggetti a un sistema finanziario e commerciale globale squilibrato.
Signor Presidente,
in questo momento di rinnovamento, ribadiamo il nostro impegno per il multilateralismo come unico mezzo per costruire un mondo migliore. Le stesse Nazioni Unite devono essere trasformate in modo da svolgere il loro ruolo tenendo conto delle attuali dinamiche globali. È inaccettabile che, 77 anni dopo la sua istituzione, cinque nazioni esercitino un potere decisionale sproporzionato nell’intero sistema delle Nazioni Unite. La trasformazione dell’ONU deve prevedere organi di governance globale più rappresentativi, trasparenti e responsabili.
Affinché l’ONU sia efficace, è necessario rivitalizzare l’Assemblea Generale e riformare il Consiglio di Sicurezza. Inoltre, non possiamo avere un’organizzazione credibile se i persistenti trasgressori della Carta non sono chiamati a rispondere delle loro azioni.
Signor Presidente,
dobbiamo agire immediatamente per proteggere l’ambiente e il mondo in cui viviamo, per noi stessi e per le generazioni future. Sebbene l’Africa sia la minore responsabile della crisi climatica, si trova all’epicentro dei suoi impatti peggiori. Dovremmo quindi uscire dalla COP27, in Egitto, con un accordo che contenga azioni rafforzate ed equilibrate in materia di adattamento, mitigazione e finanziamento. Questo deve tenere conto delle nostre responsabilità comuni ma differenziate e delle nostre rispettive capacità. Inoltre, dobbiamo concordare un meccanismo per le perdite e i danni.
In Sudafrica, il nostro Gabinetto ha approvato politiche di ampio respiro per garantire il raggiungimento dei nostri obiettivi in materia di cambiamenti climatici. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro presidenziale per il finanziamento del clima con il compito di guidare e coordinare i negoziati con il gruppo di partner internazionali per dare attuazione alla Just Energy Transition Partnership o JETP. Il JETP cerca di rispondere alle esigenze di investimento del Sudafrica nelle infrastrutture per facilitare la nostra riduzione del carbone in modo da non lasciare indietro nessuno.
Signor Presidente,
La costruzione di un mondo migliore richiede pace e stabilità. Il Sudafrica continua a credere che la risoluzione dei conflitti non debba avvenire alimentando i conflitti stessi, ma investendo negli sforzi volti al dialogo politico. Dovremmo aspirare alla pace come bene pubblico globale. Le guerre degli ultimi sette decenni non hanno avuto vincitori. Al contrario, hanno generato lotte, sfiducia tra le nazioni, divisioni, una perenne errata allocazione delle risorse alle armi e un aumento della povertà e del sottosviluppo.
Mentre lavoriamo per affrontare i conflitti contemporanei, non dobbiamo ignorare quelli di vecchia data, come la Palestina, che è stata all’ordine del giorno delle Nazioni Unite per tutti i sette decenni di esistenza di questa organizzazione. Non possiamo ignorare le parole dell’ex negoziatore israeliano ai colloqui di Oslo, Daniel Levy, che di recente si è rivolto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ha fatto riferimento al “corpo sempre più consistente di studiosi, giuristi e opinione pubblica che ha designato Israele come perpetratore dell’apartheid nei territori sotto il suo controllo”.
Israele deve essere chiamato a rispondere delle sue azioni distruttive che hanno compromesso in modo significativo la possibilità di una soluzione a due Stati.
Allo stesso modo, non possiamo ignorare la lotta decennale per l’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale. Dobbiamo trattare tutti i conflitti nel mondo con la stessa indignazione, indipendentemente dal colore o dal credo delle persone coinvolte.
Il Sudafrica chiede la fine dell’embargo contro Cuba, che continua a impedire il diritto allo sviluppo del suo popolo. Allo stesso modo, chiediamo la fine delle misure coercitive unilaterali contro lo Zimbabwe, che hanno aggravato i problemi del popolo dello Zimbabwe e hanno un effetto dannoso sulla più ampia regione dell’Africa meridionale.
Signor Presidente,
La nostra ricerca di costruire un mondo migliore rimarrà incompiuta finché le persone saranno ancora discriminate sulla base della razza, del sesso, dell’origine etnica o sociale, del colore della pelle, dell’orientamento sessuale, dell’età, della disabilità, della religione, della coscienza, del credo, della cultura o della lingua.
Abbiamo la responsabilità di assicurarci che ogni bambina riceva un’istruzione e che ogni donna abbia l’opportunità di lavorare, studiare, avviare un’attività e avere scelta e controllo sulla propria vita e sul proprio corpo.
Dobbiamo porre fine alla violenza perpetrata contro i più vulnerabili, spesso donne e bambini. Abbiamo constatato che le donne in situazioni di conflitto sono particolarmente vulnerabili, comprese le giornaliste. L’omicidio di Shireen Abu Akleh e di altre giornaliste ci ricorda i pericoli che corrono le donne in situazioni di conflitto. Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerle e ritenere responsabili coloro che fanno loro del male.
Dobbiamo anche rafforzare le capacità e attingere alle voci dei giovani del continente africano. A questo proposito, dobbiamo sfruttare il dividendo demografico massimizzando i nostri investimenti in un’istruzione di qualità come mezzo per affrontare la povertà intergenerazionale, insieme a economie inclusive.
Signor Presidente
L’Africa ospita più di 1,3 miliardi di persone. Sta rapidamente uscendo da secoli di colonialismo, occupazione e sfruttamento, dall’incuria e dal sottosviluppo.
Attraverso l’Area di libero scambio continentale africana, i Paesi africani stanno gettando solide basi per una nuova era di scambi, commercio e produttività.
I Paesi africani stanno creando le condizioni per un flusso continuo di beni e servizi tra i mercati africani, per la crescita dell’industria e per la costruzione di strade, ponti, linee ferroviarie, porti e centrali elettriche che sosterranno la crescita.
Mentre proseguiamo i nostri sforzi per porre fine a guerre, conflitti e insurrezioni in diverse parti del nostro continente e per prevenire la presa di potere incostituzionale, continueremo a cercare un maggiore allineamento tra le agende delle Nazioni Unite e del nostro organismo, l’Unione Africana.
Signor Presidente,
per superare tutte queste sfide globali, dobbiamo concordare un percorso comune per uscire da un mondo sempre più polarizzato. È essenziale un sistema internazionale basato sulle regole, sul diritto internazionale e sulla stretta osservanza delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite. Tale sistema deve salvaguardare gli interessi di tutti e non solo dei Paesi potenti.
Riconosciamo gli sforzi del Segretario Generale che, attraverso la sua visione contenuta nel rapporto “La nostra agenda comune”, ci ha fornito le opzioni per poter mettere da parte le nostre differenze, costruire la fiducia e forgiare un mondo in cui le generazioni future possano prosperare e prosperare.
Vi ringrazio.
Fonte: http://www.dirco.gov.za/docs/speeches/2022/pand0921.htm
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Presidente della Repubblica di Colombia, Gustavo PETRO Urrego, intervento del 20 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale spagnola.
Grazie a altritasti.it per aver suggerito questo coraggioso e responsabile discorso, e grazie a Dennis Bejaramo e a ISA dC per la traduzione (qui di seguito). Grassetti della redazione di Trancemedia.eu
Vengo da uno dei tre paesi più belli della Terra. Lì c’è un’esplosione di vita. Migliaia di specie multicolori nei mari, nei cieli, nelle terre. Vengo dalla terra delle farfalle gialle e della magia. Là sulle montagne e nelle valli di tutte le sfumature di verde, non solo scendono le acque abbondanti, scendono anche i torrenti di sangue. Vengo da un paese di una bellezza insanguinata.
Il mio paese non è solo bello, è anche violento.
Come si può coniugare la bellezza con la morte? Come può la biodiversità della vita erompere in danze della morte e dell’orrore? Di chi è la colpa di aver rotto l’incantesimo con il terrore?
Chi o cosa è responsabile di annegare la vita nelle decisioni di routine della ricchezza e degli interessi? Chi ci conduce alla distruzione come nazione e come popolo?
Il mio paese è bello perché ha la foresta amazzonica, la foresta del Chocó, le acque, le catene montuose delle Ande e gli oceani.
Lì in quelle foreste viene rilasciato l’ossigeno del pianeta e viene assorbita la CO2 atmosferica. Una di quelle piante che assorbe CO2, tra milioni di specie, è una delle più perseguitate sulla terra. Ad ogni costo si cerca la sua distruzione: è una pianta amazzonica, è la pianta della coca, la pianta sacra degli Incas.
Come in un bivio paradossale, la foresta che si sta cercando di salvare viene allo stesso tempo distrutta.
Per distruggere la pianta della coca si diffondono veleni, glifosato in quantità che scorre nelle acque, si arrestano e si imprigionano i suoi coltivatori. Per aver distrutto o posseduto la foglia di coca, un milione di latinoamericani vengono assassinati e due milioni di afroamericani vengono imprigionati in Nord America. Distruggi la pianta che uccide, gridano dal Nord, ma la pianta è solo una pianta in più tra i milioni che muoiono quando il fuoco viene scatenato nella foresta.
Distruggere la foresta, l’Amazzonia, è diventato lo slogan seguito da Stati e uomini d’affari. Il grido degli scienziati che battezzano la foresta come uno dei grandi pilastri climatici non ha importanza. Per le relazioni di potere del mondo, la foresta e i suoi abitanti sono responsabili della piaga che li affligge. I rapporti di potere sono afflitti dalla dipendenza dal denaro, dal perpetuarsi, dal petrolio, dalla cocaina e dalle droghe più pesanti per potersi anestetizzare ancora di più.
Niente di più ipocrita che il discorso per salvare la foresta.
La foresta sta bruciando, signori, mentre voi fate la guerra e giocate con essa.
La foresta, il pilastro climatico del mondo, scompare con tutta la sua vita. La grande spugna che assorbe la CO2 planetaria evapora. La foresta salvatrice è vista nel mio paese come il nemico da sconfiggere, come erbaccia da estirpare. Lo spazio della coca e dei contadini che la coltivano, perché non hanno altro da coltivare, è demonizzato. Per voi, il mio paese non interessa se non per gettare veleni nelle sue foreste, incarcerare i suoi uomini e gettare le sue donne nell’esclusione. Non vi interessa l’educazione infantile, ma piuttosto l’uccisione della sua foresta e l’estrazione del carbone e del petrolio dalle sue viscere. La spugna che assorbe i veleni è inutile, preferite gettare più veleni nell’atmosfera.
Noi serviamo per giustificare il vuoto e la solitudine della vostra stessa società che vi portano a vivere in mezzo alle bolle della droga. Nascondiamo i vostri problemi che vi rifiutate di risolvere. È meglio dichiarare guerra alla foresta, alle sue piante, alla sua gente.
Mentre lasciate bruciare le foreste, mentre gli ipocriti perseguitano le piante con i veleni per nascondere i disastri della loro società, ci chiedete sempre più carbone, sempre più petrolio, per calmare l’altra dipendenza: quella del consumo, del potere, del denaro.
Cosa c’è di più velenoso per l’umanità: la cocaina, il carbone o il petrolio?
Il pensiero del potere ha ordinato che la cocaina sia il veleno e debba essere perseguitata, anche se provoca solo morti minime per overdose, e più per le miscele che causa la sua clandestinità imposta, ma, invece, carbone e petrolio devono essere protetti, anche se il loro uso può estinguere tutta l’umanità. Queste sono le cose del potere mondiale, le cose dell’ingiustizia, le cose dell’irrazionalità, perché il potere mondiale è diventato irrazionale.
Nell’esuberanza della foresta, nella sua vitalità, vedete la lussuria, il peccato; l’origine colpevole della tristezza delle vostre società imbevute della compulsione illimitata dell’avere e del consumare. Come nascondere la solitudine del cuore, la sua aridità in mezzo a società prive di affetto, competitive al punto da imprigionare l’anima nella solitudine, se non incolpando la pianta, l’uomo che la coltiva, i segreti libertari della foresta. Secondo il potere irrazionale del mondo, non è colpa del mercato che riduce l’esistenza, la colpa è della foresta e di chi la abita.
I conti bancari sono diventati illimitati, i soldi risparmiati dai più potenti della terra non basteranno secoli per essere spesi.
La tristezza dell’esistenza prodotta da questo richiamo artificiale alla competizione viene riempita di rumore e droghe. La dipendenza dal denaro e dall’avere ha un’altra faccia: la tossicodipendenza nelle persone che perdono la competizione, nei perdenti della gara artificiale in cui hanno trasformato l’umanità. La malattia della solitudine non sarà curata dal glifosato sulle foreste. Il colpevole non è la foresta. Il colpevole è la vostra società educata al consumo senza fine, nella stupida confusione tra consumo e felicità che permette, questo sì, che le tasche del potere si riempiano di denaro. Il colpevole della tossicodipendenza non è la foresta, è l’irrazionalità del vostro potere mondiale.
Date una spinta di ragionevolezza al vostro potere. Accendete di nuovo le luci del secolo.
La guerra alla droga è durata 40 anni, se non correggiamo il corso e continua per altri 40 anni, gli Stati Uniti vedranno 2.800.000 giovani morire per overdose a causa del fentanil, che nella nostra America Latina non viene prodotto. Vedranno milioni di afroamericani imprigionati nelle loro prigioni private. L’afro incarcerato diventerà un affare per le compagnie carcerarie, un milione di latinoamericani in più verranno assassinati, le nostre acque e i nostri campi verdi si riempiranno di sangue, vedranno morire il sogno della democrazia sia nella mia America che nell’America anglosassone. La democrazia morirà dove è nata, nella grande Atene dell’Europa occidentale.
Nascondendo la verità, si vedrà morire la foresta e le democrazie.
La guerra alla droga è fallita. La lotta alla crisi climatica è fallita.
Il consumo mortale di droghe è aumentato, dalle droghe leggere è passato a quelle più pesanti, c’è stato un genocidio nel mio continente e nel mio paese, milioni di persone sono state condannate al carcere, per nascondere le proprie colpe sociali sono state incolpate la foresta e le sue piante. Discorsi e politiche sono stati riempiti di irrazionalità.
Io vi chiedo da qui, dalla mia America Latina ferita, di porre fine alla guerra irrazionale alla droga. Ridurre il consumo di droga non ha bisogno di guerre, ha bisogno di tutti noi per costruire una società migliore: una società più solidale, più affettuosa, dove l’intensità della vita ci salvi dalle dipendenze e dalle nuove schiavitù. Volete meno droghe? Pensate a meno profitto e più amore. Pensate a un esercizio razionale del potere. Non toccate la bellezza del mio paese con i vostri veleni, aiutateci senza ipocrisia a salvare la foresta amazzonica per salvare la vita dell’umanità sul pianeta.
Avete riunito gli scienziati e loro hanno parlato con la ragione. Con la matematica e i modelli climatologi hanno detto che la fine della specie umana era vicina, che il suo tempo non è più di millenni, nemmeno di secoli. La scienza ha fatto scattare l’allarme e abbiamo smesso di ascoltarla. La guerra ci è servita come scusa per non prendere le misure necessarie.
Quando le azioni erano maggiormente necessarie, quando i discorsi non servivano più, quando era indispensabile depositare il denaro nei fondi per salvare l’umanità, quando era necessario allontanarsi al più presto dal carbone e dal petrolio, si inventavano una guerra e un’altra e un’altra ancora. È stata invasa l’Ucraina, ma anche l’Iraq, la Libia e la Siria. Si è invaso in nome del petrolio e del gas. È stata scoperta nel 21° secolo la peggiore delle dipendenze: la dipendenza dal denaro e dal petrolio.
Le guerre sono servite come scusa per non agire contro la crisi climatica. Le guerre hanno mostrato quanto si dipende da ciò che metterà fine alla specie umana.
Si può osservare che i popoli sono pieni di fame e di sete e migrano a milioni al Nord, dove c’è l’acqua; e voi li rinchiudete, costruite muri, schierate mitragliatrici, sparate contro di loro. Vengono espulsi come se non fossero esseri umani, si quintuplica la mentalità di chi ha creato politicamente le camere a gas e i campi di concentramento, si riproduce su scala planetaria il 1933. Il grande trionfo dell’assalto alla ragione.
Non ci si accorge che la soluzione al grande esodo scatenato sui vostri paesi è lasciare che l’acqua torni a riempire i fiumi e i campi si riempiano di nutrienti?
Il disastro climatico ci riempie di virus che ci devastano, ma voi fate affari con i medicinali e trasformate i vaccini in merce.
Viene proposto che il mercato ci salverà da ciò che il mercato stesso ha creato.
Il Frankenstein dell’umanità sta nel lasciare che il mercato e l’avidità agiscano senza pianificare, rinunciando al cervello e alla ragione. La razionalità umana viene fatta inginocchiare di fronte all’avidità.
Perché la guerra se ciò di cui abbiamo bisogno è salvare la specie umana? A cosa servono la NATO e gli imperi, se ciò che sta arrivando è la fine dell’intelligenza?
Il disastro climatico ucciderà centinaia di milioni di persone e, ascoltate bene, non è prodotto dal pianeta, è prodotto dal capitale. La causa del disastro climatico è il capitale. La logica del relazionarsi tra noi per consumare sempre di più, produrre sempre di più, e in modo che alcuni guadagnino sempre di più, produce disastri climatici. È stata articolata la logica dell’accumulazione allargata del capitale, i motori energetici del carbone e del petrolio e si è scatenato l’uragano: il cambiamento chimico dell’atmosfera sempre più profondo e letale. Ora, in un mondo parallelo, l’accumulazione allargata del capitale è un’accumulazione allargata della morte.
Dalle terre della foresta e dalla bellezza. Là dove è stato deciso di far diventare una pianta selvatica amazzonica un nemico, estradare e imprigionare i suoi coltivatori, vi invito a fermare la guerra e a fermare il disastro climatico.
Qui, in questa foresta amazzonica, c’è il fallimento dell’umanità. Dietro agli incendi che la bruciano, dietro il suo avvelenamento, c’è un fallimento integrale e civile dell’umanità.
Dietro la dipendenza da cocaina e droghe, dietro la dipendenza da petrolio e carbone, c’è la vera dipendenza di questa fase della storia umana: la dipendenza dal potere irrazionale, dal profitto e dal denaro. Ecco l’enorme macchina mortale che può estinguere l’umanità.
In qualità di presidente di uno dei paesi più belli della terra, e uno dei più insanguinati e violentati, vi propongo di porre fine alla guerra alla droga e a tutte le guerre, e di permettere al nostro popolo di vivere in pace.
Convoco tutta l’America Latina per questo scopo. Invoco la voce dell’America Latina a unirsi per sconfiggere l’irrazionale che tortura il nostro corpo.
Vi invito a salvare la foresta amazzonica nella sua interezza con le risorse che possono essere stanziate mondialmente per la vita. Se non avete la capacità di finanziare il fondo per la rivitalizzazione delle foreste, se è più importante destinare i soldi alle armi che alla vita, allora riducete i nostri debiti esteri per liberare i nostri spazi di bilancio nazionale e con essi realizzare il compito di salvare l’umanità e la vita sul pianeta. Possiamo farlo noi da soli se voi del Nord non volete farlo. Scambiate il debito per la vita, per la natura.
Vi propongo e invito tutta America Latina a farlo, al dialogo per porre fine alla guerra. Non spingerci ad allinearci nei campi di guerra. È l’ora della PACE. Lasciate che i popoli slavi parlino tra loro, lasciate che lo facciano i popoli del mondo. La guerra è solo una trappola che avvicina la fine dei tempi nella grande orgia dell’irrazionalità.
Dall’America Latina, chiediamo all’Ucraina e alla Russia di fare la pace.
Solo in pace possiamo salvare la vita in questa nostra terra comune. Non c’è pace totale, senza giustizia sociale, economica e ambientale.
Anche noi siamo in guerra con il pianeta. Senza pace con il pianeta, non ci sarà pace tra le nazioni!
Senza giustizia, non c’è pace sociale!
Fonte della prima traduzione italiana: https://www.altritasti.it/index.php/archivio/pace-e-legalita/5383-tra-bellezze-e-violenze
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Presidente Costituzionale dello Stato Plurinazionale di Bolivia, Luis Alberto Arce Catacora, intervento del 20 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale spagnola.
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Presidente della Repubblica del Cile, Gabriel Boric Font, intervento del 20 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale spagnola.
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Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vučić, intervento del 21 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese, con s.t. inglesi.
V. anche (il link apre in nuova scheda) : Assemblea Generale ONU 1963 accoglie Josip Broz Tito nel 2° anniversario di fondazione del Movimento dei Paesi Non-Allineati
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Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, intervento del 20 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce inglese soprastante.
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Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Seyyed Ebrahim Raisi, intervento del 21 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce inglese soprastante.
Acronimo citato : JCPOA = Joint Comprehensive Plan of Action, accordo sul programma nucleare iraniano raggiunto a Vienna il 14 luglio 2015
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Presidente della Repubblica del Ghana, Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, intervento del 21 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Ministro del Potere Popolare per gli Affari Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Carlos Faría Tortosa, intervento del 24 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale spagnola.
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Presidente dello Stato di Palestina, Mahmoud Abbas, intervento del 23 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui con traduzione inglese sovrapposta.
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Ministro degli Affari Esteri del Nicaragua, Denis Ronaldo Moncada Colindres, intervento del 26 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale spagnola.
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Ministra degli Affari Esteri dell’Indonesia, Retno Lestari Priansari Marsudi, intervento del 26 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Primo Ministro delle Isole Solomon, Manasseh Sogavare, intervento del 23 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’India, Subrahmanyam Jaishankar, intervento del 24 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Primo Ministro Repubblica Islamica del Pakistan, Muhammad Shehbaz Sharif, intervento del 23 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Presidente della Repubblica del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev, intervento del 20 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Presidente della Repubblica Argentina, Alberto Fernández, intervento del 20 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale spagnola.
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Primo Ministro e Ministro degli Esteri e del Commercio, Stato Indipendente di Samoa, Fiame Naomi Mataafa, intervento del 23 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Primo Ministro di Saint Vincent & Grenadines, Ralph Gonsalves, intervento del 24 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
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Primo Ministro della Repubblica Barbados, Mia Amor Mottley, intervento del 22 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale inglese.
Presidente della Repubblica del Senegal, Macky Sall, intervento del 22 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui in voce originale francese.
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Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, intervento del 24 settembre 2022 alla 77a Assemblea Generale ONU, qui con voce doppiata in inglese.
Sulle iniziative della Cina durante l’Assemblea Generale ONU 2022, v. anche il resoconto della riunione ministeriale del Gruppo di Amici della Global Development Initiative (ONU, 21 settembre) e il testo della conferenza del Ministro Wang Yi all’Asia Society di NYC il 23 settembre, sul tema: “Il giusto modo per andare d’accordo fra Cina e Stati Uniti nella nuova era” (i link aprono in nuova scheda dal sito del Ministero Esteri Cina).
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____________________Nota dalla redazione di Trancemedia.eu
perchè studiare questa storica Assemblea 2022
Ogni argomentazione è opinabile, ma chi cerca efficacia oltre a dire che “ripudia la guerra”, deve poter conoscere adeguatamente le espressioni di diplomazia pubblica degli “altri”, perché il mondo deve capirsi per salvarsi. L’Assemblea Generale, riunita in presenza dopo due anni, ha un peso speciale dovuto al coincidere di crisi climatica, economico-finanziaria, energetica e di relazioni internazionali. Come dice la Ministra sudafricana, la famiglia delle Nazioni Unite sta affrontando la sua prova più grande.
Gl’indirizzi esposti da ciascun Paese sono straordinariamente omogenei a Ovest (per questo li omettiamo: sono l’argomento unico copiosamente servito dai media di qua); altrove sono variegati ma sottilmente coerenti fra loro (con l’eslcusione dei poveri Paesi come Haiti che ancora aspettano qualche briciola cadente dal banchetto dei ricchi). Nell’insieme, comunque, tutti sentono che è finito Fukuyama, non la storia.
Più che i realizzatori di questa selezione, noi avremmo voluto esserne gli utenti. Un rapporto sulla “ragione degli altri” dovrebbe essere oggetto del servizio pubblico media; ma quando la libertà fa fuori la funzione pubblica, si deve supplire col volontariato. Cerchiamo dunque di soddisfare in pubblico una nostra curiosità tutt’altro che privata. In esclusiva!
l’altra parte dell’ONU, quella dei Paesi non-West
Così le narrazioni in un’Assemblea ONU come quella che si è chiusa ieri coprono finalmente l’altra parte, quella dei Paesi non-West, con quel minimo di accuratezza dovuta da un servizio pubblico. La Rai di Ettore Bernabei nacque nel 1961 e si spense a partire dal 1974; la progressiva decadenza del servizio pubblico italiano aprì la strada opinionistica a revisioni della Costituzione divenute sempre più gravose nei decenni. Cerchiamo di invertire il percorso con una nostra selezione. Qui trovate poco spettacolo e niente shock. Ma scoprite una critica dell’economia politica e del diritto che, elevandosi a governo, diventa progettazione sociale e ambientale per la razza umana. Anche se talora a partire da esperienze e presupposti difficilmente comprensibili, dal non-West c’è fervore mentre l’Ovest festeggia il proprio livore. Perché i Paesi in via di sviluppo sembrano intenzionati, sempre meglio attrezzati e in parte già coordinati, per disegnare un altro pianeta, la Terra di domani. Solo parole? La parola giusta è un fatto oltre che un’arte, come l’immagine e di più.
Per amore, abbiamo iniziato con gli interventi di Cuba e Sud Africa: discorsi del 21 settembre 2022, entrambi in mattinata, destinati a rimanere negli annali. Dato che il fuso di Mosca precede l’apertura dell’Assemblea ONU di almeno 7 ore, tutti gli interventi all’ONU dal giorno 21 sono pronunciati da persone già informate delle comunicazioni provenienti dalla Piazza Rossa. La nostra traduzione italiana avviene dal testo ufficiale originale, di solito reperito presso presidenze, segreterie o agenzie di Stato dato che l’ONU, online, pubblica soltanto sommari.
Quando la traduzione non è ancora disponibile, in attesa del testo originale o della versione italiana, trovate il video-player [immagini grandi] che è attivabile nella pagina stessa; quando la traduzione è pubblicata, invece, il video [immagini ridotte] apre in nuova scheda: potrete dunque passare tra una scheda e l’altra per seguire insieme video e traduzione.
Degli interventi di cui non è ancora disponibile la trascrizione o la traduzione, pubblichiamo subito il video in lingua, dal canale youtube dell’ONU. I video in lingue diverse da spagnolo, francese, inglese sono proposti nella traduzione simultanea ONU che sovrasta il parlato originale. Chi vuole, trova la versione nativa sul sito Nazioni Unite (v. fondo pagina).
Traduciamo gli interventi che possiamo, e ne postiamo via via il testo a fianco del video corrispondente.
Un consiglio: se trovate noiosi gli incipit, saltate soltanto le cinque o sei righe (mezzo minuto circa) dall’inizio: per costumanza di Assemblea ci sono spesso ringraziamenti che noi, per scrupolo di completezza, non abbiano voluto eliminare. Abbiamo scelto solo discorsi in cui, dopo gli eventuali convenevoli, si trova sostanza utile e a volte imprevedibile. Reduci come siamo dalle retoriche elettorali dei vari Letta Serracchiani Calenda Renzi Salvini Berlusconi Meloni – vien da chiedersi a cosa servano le nostre radici latine e la cultura millenaria, quando popoli relegati tra gli ultimi del pianeta inviano a New York persone che in un quarto d’ora sanno descrivere il mondo e il proprio Paese con profondità, responsabilità e coraggio inauditi nel libero West.
Grazie dell’attenzione che riservate a queste dichiarazioni espresse “di fronte all’uditorio universale”. Saranno presto molto utili per Italia ed Europa. [cp]
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FEDERAZIONE RUSSA – Gli interventi del Ministro Esteri russo all’ONU sono riuniti in una pagina dedicata al ‘discorso russo’ nella nostra sezione Video. La pagina è completata dal discorso del Presidente della Federazione Russa pronunciato al Cremlino il 21 settembre, poche ore prima dell’inizio della seconda giornata di Assemblea generale ONU.
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Programma degli interventi alla 77a Assemblea Generale ONU :
https://espeakers.unmeetings.org/6320ae9f5ea20000120344dc13092022
Video dal sito delle Nazioni Unite – Assemblea Generale 2022
https://media.un.org/en/search/categories/meetings-events/general-assembly
Grazie di Suggerimenti da parte dei Lettori di Trancemedia.eu
28 Settembre 2022