DESTINO CONDIVISO DEGLI UMANI
Pechino interpella la coscienza umana, le diplomazie, i media sul conflitto israelo-palestinese
Gaza City dopo un attacco aereo israeliano il 12 ottobre. Foto Xinhua
Global Times (editoriale non firmato), 16 ottobre 2023
OPINIONE / EDITORIALE
Il consenso per evitare il disastro umanitario a Gaza richiede urgente attuazione: Editoriale del Global Times
A cura del Global Times – Pubblicato: 16 ottobre 2023 12:03 AM
Durante lo scorso fine settimana, l’escalation della crisi e la potenziale nuova crisi umanitaria nella Striscia di Gaza hanno profondamente preoccupato il mondo. Nonostante il rinvio da parte di Israele dell'”ordine di evacuazione” per tutti i residenti nel nord della Striscia di Gaza di trasferirsi a sud entro 24 ore, l’esercito israeliano continua a preparare offensive di terra. Nel frattempo, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza sta rapidamente deteriorandosi, e il rischio di un grave disastro è in rapido aumento. Le agenzie delle Nazioni Unite hanno riferito che circa un milione di persone nella Striscia di Gaza sono state sfollate. Il Programma Alimentare Mondiale sta esaurendo le riserve a Gaza e la crisi idrica è “questione di vita o di morte”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha descritto l’ordine di evacuazione come una “condanna a morte” per feriti e malati.
Il conflitto israelo-palestinese sta producendo divisioni e caos a livello globale. A causa del conflitto israelo-palestinese, Harvard, Stanford, Columbia e altre prestigiose università americane sono state teatro di intensi contrasti fra i sostenitori di entrambe le parti. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a sostegno della Palestina e in opposizione agli Stati Uniti e a Israele in diverse nazioni del Medio Oriente, in Pakistan e in Bangladesh. Diverse nazioni europee sono preoccupate per l’aumento dell’antisemitismo interno e dei conflitti nelle diverse comunità. Il nuovo ciclo del conflitto israelo-palestinese sta dimostrando un potere distruttivo che va oltre la “tempesta in un bicchier d’acqua”. Le opinioni della popolazione sul conflitto israelo-palestinese si sono polarizzate sui social media e la diffusione di false informazioni e discorsi di odio ha ulteriormente ampliato il divario tra le due parti.
La questione palestinese è percepita da tempo come una ferita alla coscienza umana. Dietro ogni scoppio di conflitto ci sono intricate relazioni causali difficili da districare e recidere. Oltre gli attacchi diretti, possono esistere relazioni tra le diverse vittime. Il raffreddamento della situazione e la ricerca di possibili soluzioni costituiscono non solo un banco di prova per la cooperazione multilaterale della comunità internazionale, ma anche un domanda aperta per la moralità del genere umano. Il caos causato dall’attuale conflitto israelo-palestinese in Medio Oriente e anche a livello globale serve come ulteriore avvertimento al mondo. In quest’epoca di conflitti e disordini crescenti, è particolarmente importante evitare il relativismo morale e la furia selettiva. Se permettiamo che l’ostilità reciproca e la vendetta s’inaspriscano, la ferita alla coscienza dell’umanità non potrà guarire, anzi l’umana coscienza potrebbe subire uno stallo da cui scaturiscono conflitti più duraturi ed estesi.
Il compito urgente che la comunità internazionale affronta è quello di prevenire un nuovo grave disastro umanitario nella Striscia di Gaza e di evitare ulteriori vittime tra civili innocenti. Si può dire che su questo punto la maggior parte dei principali Paesi e membri della comunità internazionale sono concordi. Una volta lanciati gli attacchi di terra, le conseguenze umanitarie subite dalla Striscia di Gaza saranno estremamente dolorose. La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, ha avvertito che “c’è il grave pericolo che ciò a cui stiamo assistendo possa essere una ripetizione della Nakba del 1948 e della Naksa del 1967, ma su scala più ampia”. Per questo motivo anche gli Stati Uniti stanno esortando Israele alla moderazione e l’Unione Europea ha dichiarato che il diritto di Israele all’autodifesa deve essere esercitato nel rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario. Le ultime notizie indicano che anche il Regno Unito ha esortato Israele a mostrare ritegno.
le grandi potenze dovrebbero attenersi a oggettività e imparzialità, mantenere la calma e la moderazione, prendere la guida nel conformarsi al diritto internazionale – e Washington ha una responsabilità particolare
La realtà che bisogna riconoscere è che attualmente non esiste una forza potente a livello internazionale in grado di promuovere un sostanziale cessate il fuoco e terminare la guerra. Occorre uno sforzo congiunto di tutti i Paesi in questa direzione e le maggiori potenze con un’influenza internazionale maggiore dovrebbero dare l’esempio. Come ha detto la Cina, quando si affrontano questioni regionali internazionali, le grandi potenze dovrebbero attenersi a oggettività e imparzialità, mantenere la calma e la moderazione, e prendere la guida nel conformarsi al diritto internazionale. Va detto che quando si tratta di attuare consenso sulla prevenzione di un disastro umanitario nella Striscia di Gaza, Washington ha una responsabilità particolare. Ma osserviamo che, pur volendo raffreddare la situazione ed evitare l’escalation del conflitto, gli Stati Uniti sono ostacolati dalla “correttezza politica”. Il Dipartimento di Stato americano è persino restio a permettere ai suoi diplomatici di usare parole come “de-escalation/tregua”, “fine della violenza/spargimento di sangue” e “ripristino della calma”. Questo è davvero scioccante. Indipendentemente dagli interessi strategici che Washington vuole raggiungere, dovrebbe innanzitutto sostenere la linea di fondo della moralità.
Negli ultimi giorni, la Cina ha avuto colloqui telefonici con funzionari di Stati Uniti, Arabia Saudita, Iran e altri Paesi per comunicare le proprie posizioni sul conflitto israelo-palestinese. L’inviato speciale del governo cinese per la questione mediorientale visiterà nel prossimo futuro i Paesi interessati della regione per compiere sforzi attivi per promuovere un cessate il fuoco, porre fine alla violenza e raffreddare la situazione. Speriamo di vedere sempre più Paesi schierarsi dalla parte della pace, della giustizia, del diritto internazionale, delle aspirazioni comuni della maggioranza dei Paesi e della coscienza umana. Questo non solo per evitare di esacerbare per quanto possibile la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, ma anche per un atteggiamento responsabile nei confronti della pace e della sicurezza in Medio Oriente e nel mondo.
Traduzione a cura di Trancemedia.eu
Testo originale in inglese (apre in nuova scheda dal sito Global Times)
17 Ottobre 2023