Se pensi alla politica, non in “quel” senso però, Trancemedia.eu ti sarà utile. Perché è un’edizione ma sopra tutto una rete. I lettori sovente ne diventano autori. Trancemedia.eu vuole essere inclusiva però esigente, cerca la qualità ed esclude il servilismo. E guarda avanti senza lasciarsi confondere.
Trancemedia.eu lavora in uno spazio di frontiera, un luogo-tempo che apparentemente non conosce più lotte di classe e ideologie contrapposte: un cono d’ombra fra arcinoto, taciuto, falsato; fra miliardi e disastri; fra guerra e opere pubbliche (ricorda Luigi Einaudi), dove la finanza ha troppi zeri e genera gravi rischi sia per l’ambiente sia per i soldi della gente, ma anche – sempre più spesso – s’inerpica sulle faglie geopolitiche del palcoscenico globale.
i mega, giga, tera-progetti, in particolare quelli più dannosi e rischiosi, viaggerebbero imposti a tutta velocità – salvo impedimenti
Con Trancemedia.eu torniamo alla realtà attraverso la porta nascosta, letteralmente “strategica”, che connette politica e macro-economia, in uno scenario di finanza e tecnologia ove i mega, giga, tera-progetti, in particolare quelli più dannosi e rischiosi, viaggerebbero imposti a tutta velocità – salvo impedimenti da parte delle popolazioni. Impedimenti che, con crescente frequenza, esprimono paradigmi progettuali evoluti, degni di sostituire i vigenti archetipi di una modernità ormai senile.
Perché porta nascosta? Di tanto in tanto, quando è impossibile evitarlo, dalla porta sguscia fuori (è accaduto da poco) che per trent’anni le previsioni del traffico in un certo tunnel (il noto Torino-Lione 2) erano sovrastimate e che, se le cifre fossero state calcolate con realismo, forse il progetto non sarebbe mai iniziato. A un errore non sempre corrisponde un intenzionale nascondimento; ma su quel progetto, definito a-priori irrinunciabile, l’errore è stato con solennità confermato per decenni, e ogni volta è stato ripreso e cantato da tutta la stampa che conta. Poi, a cascata, coralizzato da ogni testata che non fosse una marginale fanzina NO-TAV.
Una mistificazione di questa ampiezza si è avviata anche per il gasdotto TAP, vettore della distopia chiamata Italia hub del gas, per il quale i media hanno giocato addirittura un ruolo istituzionale, cioè la promozione del programma di insieme (lo hub appunto). Infatti, per evitare problemi, i proponenti hanno pensato di far valutare individualmente i singoli impianti che, dall’appprodo di TAP nel Salento, risalirebbero le faglie sismiche dell’Appennino su su fino in Lombardia. Così il progetto d’insieme poteva essere oggetto di propaganda, ma senza subire valutazioni socio-ambientali troppo accurate perché le varie tratte sono descritte, agli uffici competenti, per blocchi separati e in tono minore.
Sono passati otto decenni da quando il keynesismo faceva lavorare i disoccupati e costruiva strade nel Nuovo Messico. Oggi per le mega-opere lavorano le macchine, l’investimento è ad alta intensità di capitale e la domanda di mercato è lungi dall’incoraggiarlo. Ma quel che più inquieta è il connubio tra impatto sull’ambiente e sul debito/risparmio, semplificazione delle procedure, gestione impositiva e forzata, ceto politico e finanziario interessato (giga-mutui, caro Einaudi), assenza di critica nell’informazione. “Non c’è Pravda nelle Izvestia – non ci sono Izvestia nella Pravda” scherzavano i russi sotto Breznev, per gli europei i piani d’infrastruttura del neoliberismo dirigista e pianificato godono di analoga credibilità.
l’innovazione, se non è rispettosa, è neo-nazista
L’infrastrutturazione non-necessaria è un serio problema in un paese dove ogni secondo si cementificano tre mq di suolo (Ispra); investirvi il denaro del risparmio postale (o fornire garanzie dal bilancio pubblico) è azzardato di fronte a una domanda incerta; imporre a popolazioni e territori rischi e danni ambientali è un sopruso, spesso un delitto. L’espressione sembra forte, ma se ci pensi è solo oggettiva: nel XXI secolo delle macchine e della finanza col cappello appeso sempre più in alto, l’innovazione, se non è rispettosa, è neo-nazista. Questo è il quadro che ci spinge ad agire per un ritorno alla realtà, per una consapevolezza che riguarda ognuno e anche l’acqua, l’aria e le altre specie.