La brevettazione dei semi, al pari delle norme che facilitano la “pacificazione” estrattivista, fa temere che tutta la scienza recente sia nemica dell’umanità e della Terra, sia innovazione senza rispetto. Per riflettere meglio, proponiamo due conferenze di studiosi che s’inseriscono nel solco di Copernico e Galileo, fuori dai dogmi e dalle costrizioni intellettuali del golpe neoliberista.
Non casualmente si tratta di un genetista agrario, Salvatore Ceccarelli, e di un ordinario di diritto costituzionale comparato, Michele Carducci: le loro discipline si trovano oggi incatenate insieme nel patto genetico-giuridico su cui si fonda l’estrattivismo rurale, ovvero l’avvelenamento planetario del cibo e del suolo. Un patto che ha comprato molte Università in tutto il mondo. In opposizione strutturale alla green (!) revolution (!) di Monsanto, Bayer, Basf e complici, il lavoro di questi studiosi mostra l’emergere nella comunità scientifica di nuovi, sani paradigmi per un XXI secolo liberato.
Invitiamo a visionare i due video (poco meno di un’ora ciascuno, entrambi di grande interesse e attualità) e a riferirsi direttamente alle opere dei conferenzieri, mentre Trancemedia.eu cerca di costruire un dialogo diretto fra questi due accademici e i nostri Lettori.
Piccola introduzione necessaria a chi non abbia ancora colto lo sfondo su cui si gioca il land grabbing planetario avviato dell’agro-industria, ormai anche appropriazione di terre europee. Senza bisogno di spiegazioni preliminari, provate a confrontare le due liste che seguono.
Le prime 5 corporation mondiali nei pesticidi sono: Chem China – Syngenta (PRC-CH) [già Novartis+Zeneca]; Bayer (D); Dow & Dupont (US); Basf (D); Monsanto (US)*.
Le prime 5 corporation mondiali nei semi industriali sono: Monsanto (US); Dow & Dupont – Cortieva (US); Chem China – Syngenta (PRC-CH) [già Novartis+Zeneca]; Limagrain (F); Bayer (D)**.
4 top leader su 5 sono gli stessi in entrambe le liste che precedono. Sì, perché i semi industriali (o i germogli da essi scaturiti) per le produzioni intensive sono venduti in abbinamento ai pacchi di pesticidi necessari, un po’ come se il tabaccaio vendesse il pacco sigarette-chemioterapia. Per cominciare a riflettere sulla portata del fenomeno, un richiamo economico: con le tecniche della green revolution il profitto ha fame di terra e sete di acqua, gli occorrono appezzamenti sempre più ampi in cui il lavoro agro-industriale residuo sia altamente produttivo. In pratica è frequente il regime di semi-schiavitù dei raccoglitori quando l’automazione è impossibile, mentre un alto rischio sanitario riguarda la totalità degli operatori attivi nei campi delle nuove colture.
Il fenomeno non è ristretto alle produzioni meno nobili come il pomodoro per scatolette, al contrario la sua estensione a colture di pregio è incoraggiata dal credito: così anche molti coltivatori di vigneti docg sono stati rovinati ed espulsi da colline oggi irrorate e lavorate innovativamente, altri sono diventati agiati figuranti. La provvidenziale xylella risulta perfetta per produrre il medesimo fenomeno nell’olio del Salento, mentre non mancano progetti di olivicoltura competitiva anche in Toscana. In molte campagne c’è di che rimpiangere il barone e il suo latifondo senza chimica né sprechi di acqua, mentre fra gli acquirenti del cibo industriale le patologie alimentari producono ricca domanda di farmaci. La terza top list non stupirà nessuno, è quella del neo-nazismo nelle sue alleanze finanziarie per il comparto chimico-farmaceutico, ovviamente con parecchi nomi che ritornano. Il tema è primario, non specialistico, per ogni umano, viscerale in senso letterale.
Claudio Papalia
*fonte classifica pesticidi: Investopedia.com – Jeff Krohnfeldt, 2016
**fonte classifica semi industriali: news.agropages.com – Jason Zhang, 2017