Al fine di proteggere i propri interessi e di emarginare e soffocare quei paesi che non sono d’accordo con loro, gli Stati Uniti e gli alleati hanno fatto ricorso alla menzogna e all’insulto, inventando prove controfattuali e false dichiarazioni sconclusionate; così hanno ripetutamente ingannato il mondo e provocato conflitti e scontri usando montature come pretesto.
◆ Sulla base del “detersivo in polvere”, gli Stati Uniti provocarono la guerra in Iraq con i loro alleati.
Il 5 febbraio 2003, in una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’Iraq, l’allora Segretario di Stato americano Colin Powell presentò una provetta contenente polvere bianca, sostenendo fosse la prova che l’Iraq stava sviluppando armi chimiche. Su quella base, una forza combinata di truppe degli Stati Uniti e della Gran Bretagna lanciò la guerra in Iraq il 20 marzo. Alla fine del 2011, quando gli Stati ritirarono le truppe dall’Iraq, non era stata trovata prova di armi di distruzione di massa in Iraq.
la provetta
Nel 2014, mentre rispondeva all’accusa dei paesi occidentali secondo cui la Russia stava annettendo segretamente l’Ucraina orientale, il presidente russo Vladimir Putin disse: “Prova? Vediamola!” – “Il mondo intero ricorda il segretario di stato americano che ha dimostrato le prove delle armi di distruzione di massa irachene, agitando una provetta con detersivo in polvere al Consiglio di sicurezza dell’ONU”, aggiunse.
◆ Gli Stati Uniti hanno inventato la storia dell’eroe di guerra Jessica Lynch.
Nell’aprile 2003, l’esercito americano rappresentò l’eroica storia di Jessica Lynch, una donna soldato che prestava servizio in Iraq. Lynch era rimasta ferita in un’imboscata irachena ma, secondo l’esercito americano, combatté sino alla fine in inferiorità numerica. In seguito sostenne che la 19enne era stata violentata e torturata dopo la cattura.
La storia fece infuriare gli americani. Forze speciali statunitensi irruppero nell’ospedale in cui era detenuta Lynch e la salvarono. La CNN filmò l’intera operazione e pochi giorni dopo diffuse il filmato del salvataggio.
Un’eroina tutta americana: la storia della cattura e del salvataggio di Lynch divenne uno dei grandi momenti patriottici del conflitto, diede un enorme impulso al morale delle forze armate statunitensi e creò una trama sbalorditiva per i registi di Hollywood.
l’eroina
Nei fatti, tuttavia, Lynch non aveva mai sparato con la sua arma durante la battaglia. Era stata ferita gravemente quando il veicolo su cui viaggiava con i commilitoni si era schiantato nell’imboscata. Il personale medico iracheno che salvò Lynch aveva contattato l’esercito americano per liberarla, ma era stato respinto.
Secondo i medici iracheni, l’ospedale li aveva informati in anticipo che l’operazione di salvataggio era uno spettacolo messo in scena dai militari.
Nell’aprile 2007, apparendo come testimone alla commissione del Congresso che indagava sulla disinformazione militare dal campo di battaglia, Lynch ricordò il personale medico iracheno come amichevole nel soccorso e il buon trattamento che aveva ricevuto durante il periodo in cui era stata ferita e fatta prigioniera di guerra, dicendo che i racconti di grande eroismo del Pentagono erano clamore basato sulle menzogne.
◆ La NATO guidata dagli Stati Uniti ha lanciato sfacciatamente la guerra del Kosovo su infondate montature di genocidio.
Il 24 marzo 1999 scoppiò la guerra del Kosovo, durata 78 giorni, quando la NATO guidata dagli Stati Uniti lanciò un attacco aereo contro la Jugoslavia. Più di 2.000 persone furono uccise, più di 6.000 furono ferite, mentre quasi 1 milione di persone divennero profughi, nella guerra che ha causato anche una perdita economica di oltre 200 miliardi di dollari alla Repubblica Federale di Jugoslavia.
il genocidio
Il 7 aprile 1999, l’allora segretario alla Difesa degli Stati Uniti William Cohen disse: “gli spaventosi resoconti delle uccisioni di massa in Kosovo” hanno chiarito che la guerra “è una lotta per la giustizia sul genocidio”.
Poi il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton difese gli attacchi aerei della NATO sulla Jugoslavia, affermando che “Nove albanesi kosovari su dieci ora sono stati cacciati dalle loro case, migliaia uccisi, almeno 100.000 dispersi…” e che la NATO lavorava per invertire la campagna sistematica di pulizia etnica e uccisioni di massa. La CNN riferì che Clinton aveva criticato la campagna serba di pulizia etnica in Kosovo e aveva paragonato queste azioni a quelle di Adolf Hitler durante l’Olocausto.
Il Washington Times nel novembre 1999 riportò che l’amministrazione Clinton aveva esagerato il numero di albanesi uccisi dai serbi.
Inoltre, secondo la Carta delle Nazioni Unite, “tutti i membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi stato”, tranne in alcune circostanze in cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decide se usare la forza. Ad ogni modo, gli Stati Uniti e la NATO lanciarono l’operazione senza l’autorizzazione delle Nazioni Unite.
◆ Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno lanciato la guerra siriana sotto la bufala di attacchi con armi chimiche sferrati a freddo.
All’inizio del 2011, manifestazioni anti-governative si diffusero in tutta la Siria e in seguito sfociarono in una guerra civile. Con il sostegno finanziario degli Stati Uniti, i Caschi Bianchi (White Helmets), noti anche come Syria Civil Defense, contraffecero video di attacchi aerei sotto falsa bandiera e di attacchi chimici sui civili, ponendo un bersaglio sulla schiena del governo siriano.
White Helmets
Prendendo i video come prova, i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno successivamente affermato che il governo siriano aveva usato armi chimiche per attaccare i suoi civili, e quindi lanciarono attacchi aerei mirati sul paese.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato nel 2019, “ci sono ragionevoli motivi per ritenere che le forze della coalizione internazionale potrebbero non aver diretto i loro attacchi verso uno specifico obiettivo militare, o non averlo fatto con la necessaria precauzione”.
“Lanciare attacchi indiscriminati che provocano la morte o il ferimento di civili equivale a un crimine di guerra nei casi in cui tali attacchi sono condotti incautamente”, afferma il rapporto della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria.
Vladimir Chizhov, rappresentante permanente della Russia presso l’UE, disse che i [cosiddetti] Caschi Bianchi avevano ripetutamente usato la tattica dei video falsi per incastrare i governi siriano e russo. Secondo Chizhov, c’era personale “specificamente addestrato” dai Caschi Bianchi, che “era stato già colto sul fatto con video messi in scena”. [Nel 2011, Le Monde online pubblicò un webdocumentario che riuniva tutte le falsificazioni sulla Siria, proponendole come verità; Trancemedia.eu rifiutò all’epoca di ammetterlo nel suo “screen-studio”, non sapevamo nulla della Siria, ma la messinscena ci appariva evidente – ndr]
Oltre a fornire il cosiddetto aiuto umanitario, i Caschi Bianchi producevano da tempo notizie false e diffondevano disinformazione, affermano i rapporti russi e siriani, aggiungendo che i paesi occidentali tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Danimarca, Olanda e Belgio erano i loro sponsor da lunga data.
◆ Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno inventato un mucchio di bugie sulla pandemia di COVID-19 nel tentativo di deviare il biasimo per la loro inefficace risposta all’epidemia nei propri paesi.
Dallo scoppio della pandemia di COVID-19, l’amministrazione statunitense e altri governi occidentali si sono scrollati di dosso le linee guida dell’OMS [WHO] per adottare misure di prevenzione efficaci, e invece hanno gettato colpe e dubbi sulla Cina.
Dal compiacimento di sé all’attesa della cosiddetta immunità di gregge, hanno fatto ricorso a una serie di falsificazioni per intorpidire la loro gente, sostenendo che “il virus è trapelato da un laboratorio a Wuhan”; “il virus ha avuto origine a Wuhan;” ed “è stata la risposta ritardata del governo cinese che ha causato la diffusione dell’epidemia in tutto il mondo”.
Trump e Pompeo continuano a sostenere di aver raccolto nuove prove che il virus provenga dall’Istituto di virologia di Wuhan.
Vignetta di Liu Rui sul Global Times del 28 agosto 2021 – apre in nuova scheda dall’edizione online del quotidiano internazionale cinese.
Il Multi-Agency Collaboration Environment (MACE), un importante appaltatore del Dipartimento della Difesa, ha pubblicato un rapporto in cui affermava che il nuovo coronavirus era stato diffuso dal Wuhan Institute of Virology; esso è stato criticato da The Daily Beast, un sito web di notizie e opinioni degli Stati Uniti, come “pieno di informazioni del tutto erronee”.
Il documento di 30 pagine affermava di fare affidamento su post nei social media, su immagini satellitari commerciali e su dati GPS per trarre la conclusione che una sorta di “evento pericoloso” si fosse verificato nel laboratorio di Wuhan nell’ottobre 2019.
All’inizio di quest’anno, un team di esperti dell’OMS che aveva visitato Wuhan nella Cina centrale per svolgere una ricerca sul tracciamento della fonte del virus, ha concluso che è “estremamente improbabile” che un incidente di laboratorio sia la causa del COVID-19; esso tuttavia è stato ignorato e questionato pubblicamente dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali.
Secondo l’OMS, la Cina ha fornito all’organizzazione informazioni su un cluster di casi a Wuhan di polmonite di causa ignota, già il 3 gennaio 2020. Due giorni dopo, il 5 gennaio, l’OMS ha condiviso le informazioni dettagliate sul cluster di casi attraverso il Sistema informativo degli eventi del Regolamento Sanitario Internazionale (2005), accessibile a tutti i suoi membri. L’avviso dell’evento ha fornito informazioni sui casi e ha consigliato agli Stati membri di prendere precauzioni per ridurre il rischio di infezioni respiratorie acute. Eppure i paesi occidentali hanno fatto orecchie da mercante verso il suggerimento.
◆ Gli Stati Uniti hanno ingiustamente accusato la Cina di militarizzazione del Mar Cinese Meridionale e hanno rafforzato nella regione il dispiegamento militare insieme ai loro alleati.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno intensificato il loro dispiegamento militare con alleati come Giappone e Filippine, citando la cosiddetta “libertà di navigazione”, mentre fuorviavano l’opinione pubblica internazionale accusando la Cina di militarizzare il Mar Cinese Meridionale.
dentro e sopra la zona economica esclusiva della Cina
Secondo statistiche incomplete, dal 2017 al 2020, le forze armate statunitensi hanno condotto “Operazioni per la libertà di navigazione” ben 15 volte nel Mar Cinese Meridionale.
Editoriale del Global Times (28 ago 2021) sulla visita di Kamala Harris ad Hanoi. Video apre in nuova scheda.
Inoltre gli Stati Uniti hanno rafforzato il dispiegamento di forze militari nelle aree circostanti il Mar Cinese Meridionale, in particolare di armi strategiche sofisticate, e hanno continuato a cercare di rafforzare partnership militari con Filippine, Vietnam, Giappone e altri paesi. Gli Stati Uniti si sono anche impegnati a cercare la cooperazione con i loro alleati nella regione Asia-Pacifico.
East Asia Forum, un forum politico internazionale con sede in Australia, ha sottolineato in un articolo pubblicato il 2 maggio 2017, che “la distorsione dei media fiorisce quando gli stessi analisti accademici spingono la ricerca a favore degli Stati Uniti”.
“L’argomento degli Stati Uniti è che la libertà di navigazione è indivisibile e include sia la navigazione commerciale che le sonde IRR statunitensi. Gli Stati Uniti sostengono quindi che l’interferenza della Cina con le sue navi e aerei militari, dentro e sopra la zona economica esclusiva della Cina, viola la libertà di navigazione”, ha affermato il Forum.
◆ Gli Stati Uniti hanno inventato un’assurda bugia su un “genocidio” nello Xinjiang, convincendo gli alleati a imporre sanzioni alla Cina.
Negli ultimi due anni, sulla base dei cosiddetti rapporti di ricerca relativi allo Xinjiang architettati da pseudo-studiosi come Adrian Zenz, e delle esperienze di alcuni cosiddetti “testimoni”, gli Stati Uniti hanno corteggiato le forze anti-cinesi in Occidente per inventare e diffondere falsità relative allo Xinjiang, per accusare falsamente la Cina di commettere un genocidio contro gli uiguri nello Xinjiang, per diffamare la politica cinese sullo Xinjiang, per interferire grossolanamente negli affari interni della Cina e annunciare sanzioni contro entità e individui cinesi, nel tentativo di ingannare la comunità internazionale e interrompere la stabilità e lo sviluppo dello Xinjiang.
abuso dei dati, affermazioni fraudolente, selezione inaccurata delle fonti e messinscene propagandistiche
Secondo The Grayzone, un sito web indipendente di notizie con sede negli Stati Uniti che produce giornalismo investigativo originale, Zenz, un ideologo tedesco di estrema destra, ha inventato statistiche e messo in giro storie per giustificare la sua falsa conclusione.
“Un’attenta revisione della ricerca di Zenz mostra che la sua affermazione di genocidio è contraddetta da un flagrante abuso dei dati, affermazioni fraudolente, selezione inaccurata delle fonti e messinscene propagandistiche”, ha affermato il sito web nel suo rapporto.
Dopo aver visitato lo Xinjiang “da un capo all’altro” e “visto un sacco di cose” durante i suoi viaggi, lo scrittore francese Maxime Vivas ha raccontato ciò che ha visto in un libro intitolato “Uiguri, per porre fine alle fake news”, che ha smantellato la menzogna del genocidio nello Xinjiang.
◆ Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno diffamato la Belt and Road Initiative (BRI) della Cina e inventato bugie come il “nuovo colonialismo” e la “diplomazia della trappola del debito” della Cina.
Gli Stati Uniti e alleati hanno diffamato la BRI. Ignorando deliberatamente il ruolo positivo degli investimenti cinesi nella promozione di sviluppo economico regionale, alcuni media e politici occidentali stanno alimentando l’iperbole del cosiddetto “nuovo colonialismo” e “nuovo imperialismo” e diffondendo falsità come la “trappola del debito” cinese, in cui cadrebbero i paesi che aderiscono alla BRI, come se la Cina fosse l’unico beneficiario dell’investimento.
La narrativa della “diplomazia trappola-debito” cinese è solo una potente menzogna ben raccontata, che ritrae erroneamente la Cina e i paesi in via di sviluppo con cui ha a che fare, secondo un articolo i cui co-autori sono Deborah Brautigam, docente di economia politica internazionale presso la Johns Hopkins University e Meg Rithmire, professore associato alla Harvard Business School.
Gli autori hanno indicato, nel pezzo pubblicato su Atlantic, che l’ex amministrazione degli Stati Uniti stava propagandando la falsità della “diplomazia della trappola del debito”, prendendo il porto dello Sri Lanka a Hambantota come primo esempio per mettere in guardia contro l’uso strategico dei debiti da parte della Cina.
i creditori sono il Giappone e la Banca Mondiale
Tuttavia furono aziende canadesi e danesi, non la Cina, a condurre per prime studi di fattibilità per il porto, proponendo piani per finanziare, costruire e gestire il progetto, ma non riuscirono ad andare avanti, afferma l’articolo.
Nel 2007, con le pressioni della China Harbour Engineering Company, la Export-Import Bank of China offrì un prestito commerciale di oltre 300 milioni di dollari per 15 anni per il progetto e il gruppo vinse il contratto.
Tra i creditori del debito estero dello Sri Lanka, i maggiori sono il Giappone e la Banca Mondiale. Il debito del porto di Hambantota nel 2017 rappresentava solo il 5% del debito estero dello Sri Lanka, non è la causa della crisi finanziaria del paese, ha affermato un ex governatore della banca centrale. I politici e i media degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali non avevano prestato orecchio alla volontà dei paesi in via di sviluppo di perseguire lo sviluppo.
Alimentando l’oppressione degli Stati Uniti e il disaccoppiamento economico dalla Cina, l’Australia ha inventato assurde costruzioni, enfatizzando la cosiddetta teoria della “minaccia cinese” e la teoria dell'”interferenza cinese”, ha continuato a varare norme come le “leggi sull’interferenza straniera” e la “legge sulle relazioni con l’estero”, mentre respingeva un certo numero di investimenti di società cinesi in Australia e strappava gli accordi BRI dello Stato di Victoria con la Cina, citando l’interesse nazionale.
◆ In nome dei “diritti umani” e della “democrazia”, gli Stati Uniti e i loro alleati continuano a vendere al mondo cospirazioni e bugie.
Alcuni ex stati sovrani nei paesi europei avevano promesso alle loro [precedenti] colonie africane che la democrazia in stile occidentale sarebbe stato il “vangelo” dello sviluppo, cosa che, in realtà, ha spinto i paesi africani nella trappola di una infinita crisi di successione politica e di deficit di sviluppo. L’Europa ha affermato di aver fornito il più grande aiuto all’Africa, ma si è rivelato essere un servizio solo a parole, mentre ha ritardato lo sviluppo dell’Africa.
UE-COVAX: <5% della capacità di produzione
Dopo l’inizio del movimento delle Primavere arabe, l’UE ha promesso di aumentare di anno in anno gli aiuti ai paesi arabi, ma i fatti hanno mostrato una tendenza al ribasso. Nel 2014, l’UE ha compiuto solo il 20% del suo obiettivo per l’anno. Il blocco si è autodefinito il più grande finanziatore del meccanismo COVAX, ma il numero di vaccini che ha esportato nei paesi in via di sviluppo è inferiore al 5% della sua capacità di produzione.
Il 19 aprile 2021, il gruppo di lavoro di Esperti sulle Persone di Origine Africana del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione congiunta, respingendo fermamente un rapporto sostenuto dal governo britannico sul razzismo e le disparità etniche nel paese, affermando che il rapporto ha ulteriormente distorto e falsificato fatti storici, e potrebbe persino alimentare il razzismo, la discriminazione razziale e gli stereotipi razziali negativi.
La dichiarazione ha condannato l’asserzione del rapporto secondo cui mentre potrebbero esserci atti di razzismo palesi nel Regno Unito, non vi è razzismo istituzionale.
“La conclusione del rapporto, secondo cui il razzismo è un prodotto dell’immaginazione di persone di origine africana o di singoli incidenti individuali, ignora il ruolo pervasivo che la costruzione sociale di razza è stata progettata per svolgere nella società, in specie nel normalizzare delle atrocità, cosa in cui lo Stato britannico e le istituzioni hanno giocato un ruolo significativo”, afferma la nota.
Secondo gli esperti, molti studi e rapporti precedenti hanno tutti mostrato l’impatto dannoso del razzismo istituzionale e delle diseguaglianze radicate in aree come la salute, l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio, le pratiche di arresto e perquisizione e il sistema di giustizia penale nel Regno Unito.
La dichiarazione ha sottolineato che la rappresentazione mitica della schiavitù, nel rapporto, è un tentativo di ripulire la storia del commercio degli schiavi africani.
“Questa è una tattica riprovevole, anche se non insolita, impiegata da molti la cui ricchezza proveniva direttamente dalla schiavitù di altri, sin da quando la schiavitù fu posta al bando. Cercare di passare sotto silenzio il ruolo brutale degli schiavisti, la ricchezza generazionale stordente che hanno accumulato e il capitale sociale e l’influenza politica che hanno guadagnato sfruttando i corpi neri, è un deliberato tentativo di travisamento storico”, ha affermato il gruppo di lavoro ONU.
(continua qui sotto)