Parigi, 26 febbraio 2024. Il presidente Emmanuel Macron ha riunito questo lunedì all’Eliseo 27 capi di Stato e di governo o i loro rappresentanti ministeriali per una conferenza a sostegno dell’Ucraina. Nel video dell’Eliseo: conferenza stampa del presidente Macron al termine dei lavori. Nel testo sotto, estraiamo le frasi essenziali (in italiano e in francese), che i massmedia hanno evitato di far conoscere alla lettera.
SCOPO
1:18 (timecode del video 1min 21sec)
la disfatta della Russia è indispensabile per la sicurezza e la stabilità in Europa
la défaite de la Russie est indispensable à la sécurité et la stabilité en Europe
MEZZI FINANZIARI
3:19
ci sono diverse strade sul tavolo, che la Francia sostiene, ad esempio quella della Primo Ministro estone che propone di fare emissioni di debito comuni per finanziare le nostre iniziative militari a sostegno dell’Ucraina e dare visibilità ai nostri industriali
il y a plusieures pistes qui sont sur la table, que la France soutient, celle par exemple de la première ministre d’Estonie qui propose d’avoir des émissions communes de dette pour financer nos initiatives militaires de soutien à l’Ukraine et donner de la visibilité à nos industriels
MEZZI POLITICI – ECONOMIA DI GUERRA
3:50
forte è stato anche il consenso nel sostenere che dobbiamo andare ancora più forte verso un’economia di guerra
le consensus a été fort aussi pour dire que nous devons aller encore plus fort sur une économie de guerre
NUOVI MEZZI MILITARI
MISSILI MEDI E LUNGHI, BOMBE
(IN AGGIUNTA AI PRECEDENTI 8 ACCORDI)
5:47
creare stasera una nona coalizione, una coalizione per attacchi in profondità e quindi missili e bombe a lungo raggio. Organizzeremo questa coalizione a partire da stasera per mobilitare tutte le buone volontà e gli Stati che hanno questa capacità e che hanno iniziato o sono pronti a consegnare i nuovi equipaggiamenti
créer ce soir une neuvième coalition, une coalition pour les frappes dans la profondeur et donc missiles et bombes de longue portée. Nous allons organiser cette coalition à partir de ce soir pour mobiliser toutes les bonnes volontés et les Etats qui ont cette capacité qui ont commencé ou sont prêts à livrer les équipements nouveaux
IL CONSENSO OTTENUTO DALL’ELISEO
7:20
5 categorie di azioni su cui c’è consenso:
– la difesa informatica;
– la coproduzione di armamenti in Ucraina;
– la difesa di paesi direttamente minacciati dall’offensiva russa in Ucraina, in particolare la Moldavia;
– la capacità di sostenere l’Ucraina al confine con la Bielorussia con forze non militari;
– le operazioni di sminamento
5 categories d’action sur lesquelles il y a un consensus:
– le cyberdéfensif ;
– la coproduction d’armement en Ukraine ;
– la défense de pays menacés directement par l’offensive russe en Ukraine, en particulier la Moldavie ;
– la capacité de soutenir l’Ukraine à sa frontière avec la Biélorussie avec des forces non militaires ;
– les opérations de déminage
SCARPONI EUROPEI SUL SUOLO UCRAINO? DISARMATI?
10:48
Non c’è oggi consenso sull’invio di truppe di terra in modo ufficiale, dichiarato e avallato, ma – dinamicamente – nulla deve essere escluso.
Il n’y a pas de consensus aujourd’hui pour envoyer de manière officielle, assumée et endossée des troupes de sol, mais – en dynamique – rien ne doit être exclu.
CONSEGUENZE DI PAROLE E DI SILENZI
dalla redazione di Trancemedia.eu
(i link aprono in nuova scheda dai siti editori)
La tendenza all’estremo è visibile, da manuale.
L’agenda Macron del 26 febbbraio ’24 annota che l’invio di scarponi, con uomini dentro, è stato detto – e ripetuto per giorni dai massmedia.
Meno visibilità hanno altre membra della sua dottrina, che devono invece essere notate.
Lo sviluppo di armi capaci di minacciare oltre il terreno di scontro attuale, e ben oltre, è il contrario del mantra di De Gaulle nella guerra fredda: “mai armi missilistiche per minacciare Mosca e Leningrado”.
Invece sembra proprio identica a quella di Raymond Poincaré la strategia di rapida approvazione dei debiti di guerra; era la specialità del presidente soprannominato La Guerre nella prima mondiale.
La “visibilità” da dare ai “nostri industriali” è un leitmotiv d’obbligo (da un secolo ben noto a Torino) per evidenziare le opportunità dei ricorsi storici peggiori, e dei peggio fornitori.
Astuta la trovata estone per spostare le decisioni impopolari sul PE, parlamento a scatto che obbedisce rapido e sicuro, perché nessuno ne capisce il funzionamento. Nelle decisioni sui debiti nazionali ogni governante potrà dire che lo chiede l’Europa. A quel point.
Infine l’optimum è su in cima: vedere disfatta la Russia! E così ottenere la “sicurezza” di uno scontro nell’UE, rompendo, dopo averla consolidata, la democratura pseudo-federale; mentre le mafie nazionali lucrano nel bellico, gli ucraini dissanguati sono ricostruiti a tavolino dalle mafie suddette, e non si parla più di siccità e di clima perché c’è di peggio tutto attorno.
Sin qui le parole. Ma contano anche i silenzi, che possono essere inquietanti o saggi. Difficile stabilire se la dottrina Macron sia una trovata estrema per risanare guai interni con un’avventurosa finanza europea di guerra, oppure un bluff per candidarsi alla trattativa con la Russia; si vedrà. Certo espressioni come “disfatta della Russia” una volta inflazionate non perdono peso: il loro prezzo aumenta in termini di vite e di veleni, in modo esponenziale.
Macron a parte, il silenzio degli amici è la cosa più ansiogena. Il movimento NOTAV, ad esempio, che nell’attivismo europeo si distingue per efficacia, tanto che le rare volte in cui il PE non può non dibatterne i temi (come è successo di recente) le documentazioni del PresidioEuropa.net – fattuali, severe e attendibili – sono le fonti cui ricorrono per le loro interrogazioni i pochi volonterosi parlamentari non iscritti a libro-paga delle lobby cementificatrici. Ebbene, i NOTAV sembrano non cercare una linea di unificazione delle forze per mandare qualche deputato a Bruxelles e a Strasburgo, proprio ora che servirebbero, sia per contrastare il tunnel nemico dell’acqua e del clima sia per dare un respiro all’insieme del progetto europeo. La politica “dal basso” è sacra, ma l’assenza di rappresentanza parlamentare dice che non vuoi esercitare quel poco di “contropotere” graziosamente concesso nelle ridondanti sale parlamentari di una Unione che affonda nella servitù atlantica.
NOTAV Torino e Cintura, due anni fa, poco prima che le violenze antirusse in Ucraina legittimassero quanto meno in parte l’operazione speciale di Mosca, aveva pubblicato un opuscolo dal titolo “IL TAV ALL’INTERNO DEI CORRIDOI DI MOBILITÀ MILITARE EUROPEA – il processo di militarizzazione dei territori”. Esso contiene dieci testi di studio e attivismo che vanno oltre la contro-informazione, utili a coagulare un’idea di governo transnazionale, un’idea ora necessaria a tutta l’Europa. D’altra parte il tunnel “di base”, che può disseccare il Torinese avvelenandolo, si trova sulla linea che già Cavour temeva portasse uomini in armi contro Torino e che ora mira sino a Kiev!
Tra gli autori di quell’opuscolo, come tra le persone del PresidioEuropa, ci sono possibili parlamentari europei capaci di fare vera democrazia ove vige ossequiente democratura, cioè nelle aule ora occupate dalle lobby delle armi, dei glifosati, del cemento, dei fondi d’investimento americani e britannici. I possibili parlamentari NOTAV conoscono i trucchi del potere e le lingue, sono stimati da chi non è sottomesso, il loro megafono serve alla maggioranza sociale.
Aggiornamento 5 marzo 2024
Una risposta russa a Macron: Medvedev, 3 marzo
Mentre la stampa e tv europee lasciano in ombra, pubblichiamo due eloquenti fotogrammi dalla conferenza che Dimitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa ha tenuto il 3 marzo a Sirius, sul Mar Nero, in occasione di un incontro giovanile internazionale. Le immagini sono collegate al video integrale, sul canale youtube di AKI press news. Purtroppo la traduzione automatica di chrome rende laboriosa la comprensione della conferenza e delle domande-risposte che seguono, ma chi è interessato può farcela, nonostante l’IA applicata al contrario!
La prima immagine che abbiamo scelto è una cartina dell’Ucraina ridotta alla provincia di Kiev, con Leopoli che va in Polonia, Chernivisi che va in Romania, e tutto il resto – Kharkov e Odessa inclusi – che tornano in Russia come prima di Lenin.
La seconda fa un elenco delle città. Qui anche la ‘ucrainità’ della stessa Kiev (nell’antichità, base fondante della Rus’) è contestata: tutte sono presentate come città russe “temporaneamente occupate”.
Medvedev nella sua conferenza esplicita la volontà di riunire la Grande Russia con la Piccola Russia e la NovoRossija. Sarà questa la piattaforma negoziale?
Negli stessi giorni, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov non aveva mostrato particolari stati d’animo per le parole del presidente francese:
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