> Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 febbraio 2024 sul Russiagate: le accuse di ingerenza russa nei processi democratici dell’Unione europea (2024/2548(RSP))
Giovedì 8 febbraio 2024 – Strasburgo
Il Parlamento europeo,
vista
– vista la sua decisione del 13 settembre 2023 sulle modifiche al regolamento del Parlamento al fine di rafforzare l’integrità, l’indipendenza e la responsabilità(1),
– vista la sua risoluzione del 13 luglio 2023 sulle raccomandazioni per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione(2),
– vista la sua risoluzione del 1º giugno 2023 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione(3),
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione(4),
– viste le sue precedenti risoluzioni sulle relazioni UE-Russia, in particolare quella del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo(5),
– vista la sua risoluzione del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa(6),
– vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulla coscienza storica europea(7),
– vista la sua risoluzione del 1° marzo 2022 sull’aggressione russa contro l’Ucraina(8),
– vista la relazione del Servizio europeo per l’azione esterna del 23 gennaio 2024 dal titolo “Seconda relazione del SEAE sulla manipolazione delle informazioni e le minacce di ingerenza estere – Un quadro per la difesa in rete”,
– vista la comunicazione della Commissione del 12 dicembre 2023 dal titolo “Difesa della democrazia” (COM(2023)0630),
– vista la proposta presentata dalla Commissione di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2023, che stabilisce requisiti armonizzati nel mercato interno sulla trasparenza della rappresentanza d’interessi esercitata per conto di paesi terzi e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (COM(2023)0637),
– vista la comunicazione della Commissione del 3 dicembre 2020 sul piano d’azione per la democrazia europea (COM(2020)0790),
– visto il principio giuridico della presunzione di innocenza,
– visti il suo regolamento e il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo,
– vista la sua risoluzione del 16 settembre 2021 sul tema “Rafforzare la trasparenza e l’integrità nelle istituzioni dell’UE creando un organismo europeo indipendente responsabile delle questioni di etica”(9),
– visto l’articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
considerata
A. considerando che le ingerenze straniere, la manipolazione delle informazioni e la disinformazione costituiscono una grave violazione dei valori e principi universali su cui si fonda l’Unione, quali la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto; che la fiducia nell’integrità del Parlamento e nello Stato di diritto è fondamentale per il funzionamento della democrazia europea;
B. considerando che vi sono prove di ingerenza e manipolazioni da parte della Russia in molte democrazie, nonché del suo sostegno pratico a forze estremiste ed entità radicali per promuovere la destabilizzazione dell’Unione;
C. considerando che la commissione speciale del Parlamento sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione, ha evidenziato in dettaglio gli sforzi e le operazioni guidati dalla Russia per infiltrare le democrazie europee e le istituzioni dell’UE ed esercitare su di esse la propria influenza e ingerenza; che la risposta del Parlamento europeo alle ingerenze straniere è diventata più attenta; che, tuttavia, devono essere ancora adottate misure più rigorose e riforme interne per garantire una protezione efficace contro indebite ingerenze esterne;
D. considerando che la Russia sta utilizzando un’ampia gamma di tattiche di guerra ibrida per conseguire i suoi obiettivi, nell’ambito di una strategia più ampia volta a danneggiare il corretto funzionamento dei processi democratici europei; che il ricorso alle ingerenze straniere e alla manipolazione delle informazioni, come mezzo per dividere le società democratiche, è stato il precursore della guerra di aggressione non provocata della Russia nei confronti dell’Ucraina, e da allora è aumentato; che la diffusione della disinformazione da parte della Russia attraverso gli organi di informazione tradizionali e le piattaforme dei social media, l'”elite capture”, la pirateria informatica contro i candidati alle elezioni e gli attacchi informatici sono aumentati a un livello senza precedenti;
E. considerando che la falsificazione sistematica della storia fa parte della guerra dell’informazione russa da decenni;
F. considerando che il Cremlino gestisce un’ampia rete di agenti di influenza in tutta l’UE, che hanno condizionato i processi elettorali e le politiche su questioni strategiche fondamentali quali le infrastrutture energetiche; che tali agenti di influenza prendono attivamente di mira tutti i settori della vita pubblica, in particolare la cultura, la memoria storica, i media e le comunità religiose, nonché i politici e le loro famiglie; che decine di indagini hanno dimostrato legami tra importanti attori politici e pubblici europei, attivi o in pensione, e il Cremlino;
G. considerando che continuano a essere rivelati i finanziamenti provenienti da paesi terzi per attività politiche e a favore di politici all’interno dell’Unione europea prima e dopo il 24 febbraio 2022, in particolare dalla Russia; che tali finanziamenti rappresentano un rischio per l’integrità dei processi democratici negli Stati membri dell’UE e necessitano di indagini approfondite per chiamare i complici a rispondere delle loro azioni; che il Cremlino ha patrocinato e sostenuto una serie di partiti e politici di estrema destra e di estrema sinistra in Europa e, tra l’altro, ha permesso al partito di Marine Le Pen di ottenere un prestito di 9,4 milioni di EUR nel 2013; che da allora Le Pen e i membri del suo partito hanno espresso in numerose occasioni la loro posizione a favore del Cremlino;
H. considerando che la Russia ha stabilito contatti con partiti, personalità e movimenti per poter contare su attori all’interno delle istituzioni dell’Unione in modo da legittimare le proprie posizioni, sostenere i movimenti indipendentisti e i propri governi per procura ed esercitare pressioni affinché vengano alleviate le sanzioni e attenuate le conseguenze dell’isolamento internazionale; che i deputati al Parlamento europeo di alcuni gruppi politici, nonché alcuni deputati non iscritti, hanno diffuso in Parlamento una propaganda spudorata a favore del Cremlino;
I. considerando che vi sono anche esponenti politici “Russlandversteher” (che comprendono le motivazioni della Russia) all’interno di partiti politici tradizionali; che diverse personalità pubbliche degli Stati membri dell’UE, compresi ex capi di governo e membri di gabinetto, tra i quali spicca Gerhard Schröder, hanno ricoperto posizioni ben retribuite in società energetiche controllate dal Cremlino; che, anche dopo l’aggressione su vasta scala contro l’Ucraina, alcune di queste persone hanno deciso di non dimettersi e hanno continuato a ricevere dal Cremlino denaro macchiato di sangue, con la complicità silenziosa dei loro partiti politici; che queste persone continuano a utilizzare la loro influenza filorussa sulla loro scena politica sia nazionale che europea;
J. considerando che relazioni di organi di informazione indipendenti del 29 gennaio 2024 hanno presentato prove concrete attestanti che l’on. Tatjana Ždanoka potrebbe aver agito come informatrice per la quinta sezione del Servizio federale di sicurezza della Federazione russa almeno dal 2004 al 2017;
K. considerando che le sue azioni sono state descritte come comprendenti azioni di sensibilizzazione politica per conto della Federazione russa, attraverso l’organizzazione di eventi e la trasmissione di informazioni sul funzionamento interno del Parlamento; che l’inchiesta giornalistica suggerisce che la deputata in questione abbia chiesto almeno una volta ai suoi referenti un pagamento per coprire le spese sostenute in relazione ai servizi resi;
L. considerando che tali accuse si basano, tra l’altro, su quanto è descritto come scambi di posta elettronica trapelati tra la deputata in questione e due funzionari della quinta sezione del Servizio federale di sicurezza russo a partire dal 3 ottobre 2005 in poi;
M. considerando che la deputata in questione è ben nota per la sua posizione a favore della Russia e la costante diffusione di narrazioni contro la Lettonia e contro l’UE durante tutto il suo mandato di deputato al Parlamento europeo, compresa la sua opposizione all’esistenza della Lettonia come paese sovrano e il suo rifiuto di condannare l’invasione russa dell’Ucraina; che la deputata al Parlamento europeo è altresì nota per la sua condotta politica altamente problematica, tra cui la sua partecipazione a una visita di osservazione del referendum nella Crimea occupata dalla Russia nel 2014, una visita al dittatore siriano Bashar al-Assad nel 2016 e la sua partecipazione a Mosca a trasmissioni televisive di propaganda a favore del Cremlino; che la deputata al Parlamento europeo ha deliberatamente dato l’impressione che tali viaggi fossero effettuati per conto del Parlamento europeo o dell’UE; che la deputata in questione ha organizzato e promosso eventi al Parlamento europeo con rappresentanti pro-Cremlino delle regioni Donetska e Luhanska prima della loro annessione illegale; che le attività della deputata sarebbero spesso state patrocinate da gruppi di facciata finanziati dal Cremlino, come la Fondazione Russkiy Mir; che la deputata in questione, insieme ad altri deputati al Parlamento europeo, ha organizzato eventi pubblici e si è recata in Lituania per dimostrare il proprio sostegno a Algirdas Paleckis, cittadino lituano ed ex diplomatico e politico condannato per spionaggio a favore della Russia;
N. considerando che le inchieste giornalistiche hanno da tempo evidenziato i contatti e le strette relazioni personali tra secessionisti in Catalogna, comprese le autorità del governo della comunità autonoma della Catalogna, e il Cremlino; che, secondo quanto riportato da giornalisti investigativi, l’ex diplomatico russo Nikolai Sadovnikov ha incontrato l’allora leader separatista e attualmente deputato al Parlamento europeo Carles Puigdemont a Barcellona alla vigilia del referendum illegale della Catalogna nell’ottobre 2017; che la Russia, coltivando contatti e relazioni, mira a costruire un’influenza politica ed economica per destabilizzare la democrazia nell’Unione europea; che il tribunale d’istruzione n. 1 di Barcellona incaricato dell’indagine sul caso Voloh, che collega, tra l’altro, l’ex Presidente della Catalogna e il suo entourage con la Russia, ha recentemente prorogato l’indagine per sei mesi; che i rappresentanti di un gruppo di secessionisti catalani in Spagna che hanno intrattenuto relazioni con personalità vicine al Cremlino, tra cui la deputata in questione, stanno chiedendo un’amnistia per i loro presunti reati;
O. considerando che la deputata al Parlamento europeo in questione è stata esclusa dal suo gruppo politico e ora siede come membro non iscritto; che la deputata ha ottenuto il sostegno di alcuni altri deputati al Parlamento europeo aventi posizioni pubbliche su questioni internazionali non molto diverse dalle sue;
P. considerando che, a seguito di tali rivelazioni, la Presidente del Parlamento europeo ha immediatamente annunciato l’avvio di un’indagine interna, compreso il deferimento al comitato consultivo sulla condotta dei deputati; che l’indagine è attualmente in corso; che le possibili sanzioni previste dal regolamento comprendono la perdita del diritto all’indennità giornaliera, la sospensione temporanea della partecipazione a tutte o ad alcune delle attività del Parlamento e limitazioni al diritto di accesso alle informazioni riservate o classificate; che il servizio di sicurezza lettone ha annunciato che indagherà sulle accuse;
Q. considerando che la deputata in questione non è l’unico membro del Parlamento europeo ad avere svolto attività che comprendono la partecipazione a false missioni di osservazione elettorale in territori occupati dalla Russia che possono essere confuse con missioni ufficiali del Parlamento europeo; che diversi deputati al Parlamento europeo sono stati sanzionati per tale infrazione in virtù della procedura del gruppo per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale; che tali visite si sono svolte sistematicamente in Russia e in territori occupati dalla Russia;
R. considerando che sono stati segnalati casi di deputati al Parlamento europeo che hanno utilizzato le risorse del Parlamento per sostenere e promuovere attività direttamente o indirettamente collegate a casi di ingerenze straniere, ad esempio nel dicembre 2022, quando il canale di propaganda statale bielorusso STV ha avuto accesso ai locali del Parlamento e alla struttura di registrazione video VoxBox all’interno del Parlamento e, di conseguenza, i locali del Parlamento sono stati utilizzati da diversi deputati per creare contenuti di disinformazione a favore del Cremlino e contro l’UE;
S. considerando che nel 2016 il partito al potere in Russia, Edinaja Rossija (Russia Unita), ha firmato un accordo di cooperazione con il partito austriaco di estrema destra FPÖ (Partito della libertà), chiedendo una maggiore cooperazione tra i due partiti e il rafforzamento dei legami politici ed economici tra Vienna e Mosca; che tale accordo è stato firmato alla presenza di un deputato al Parlamento europeo dell’FPÖ, che, da allora, ha ripetutamente chiesto di allentare le sanzioni dell’UE nei confronti della Russia e ha diffuso disinformazione a favore del Cremlino;
T. considerando che il ministero tedesco degli Affari esteri ha smascherato una campagna di disinformazione su vasta scala, presumibilmente orchestrata dalla Russia, sulla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter, finalizzata a manipolare l’opinione pubblica; che autorevoli media tedeschi hanno svelato che un dipendente di un membro del Bundestag tedesco appartenente al partito Alternative für Deutschland (AfD, Alternativa per la Germania) è stato identificato come persona di contatto del Servizio federale di sicurezza russo;
U. considerando che da diversi anni alcuni deputati al Parlamento europeo hanno assunto e impiegato cittadini russi simpatizzanti del regime di Putin come tirocinanti, assistenti parlamentari accreditati e consiglieri di gruppo e non hanno smesso di farlo nemmeno dopo l’inizio della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina; che nel 2018 e nel 2019 Elizaveta Peskova, figlia di Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha lavorato come tirocinante presso un deputato al PE;
V. considerando che, a seguito delle rivelazioni relative al Qatargate, nel settembre 2023 il Parlamento ha aggiornato e rafforzato in modo significativo il suo quadro di integrità interna, tra l’altro sottoponendo ad approfondita revisione il suo regolamento, il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo e le pertinenti decisioni dell’Ufficio di presidenza;
W. considerando che il 2024 è un anno elettorale cruciale e che negli Stati membri sono in programma diverse elezioni presidenziali, nazionali, locali e regionali, oltre alle elezioni europee previste per il 6-9 giugno 2024; che le elezioni europee del 2024 saranno probabilmente un bersaglio speciale per le campagne di disinformazione a livello locale, regionale e dell’UE;
Resoluta
1. esprime la sua totale indignazione e profonda preoccupazione per i continui sforzi della Russia volti a minare la democrazia europea; è costernato per le notizie attendibili che gettano luce sugli sforzi della Russia intesi a fomentare le divisioni tra i cittadini europei reclutando deputati al Parlamento europeo come agenti di influenza e sui suoi tentativi volti a creare sistematicamente un sistema di dipendenze tramite partiti politici europei che fungono poi da amplificatori della propaganda del Cremlino e ne servono gli interessi; ricorda che, perseguendo una strategia a lungo termine di ingerenza straniera, la Russia sta cercando di minare e, in ultima analisi, distruggere la democrazia in Europa; mette in evidenza gli sforzi compiuti da Putin per smantellare completamente qualsiasi forma di democrazia all’interno della Russia e sottolinea che ciò deve essere visto come un segnale di avvertimento a non essere condiscendenti verso gli obiettivi a lungo termine di Putin e pertanto a trattare questi tentativi di ingerenza russa come una questione di estrema gravità; sottolinea che il ricorso a tali tattiche non deve restare impunito; ribadisce il suo invito agli Stati membri a sviluppare e perfezionare ulteriormente i pacchetti di sanzioni adottati nei confronti della Federazione russa e a colmare le lacune nell’applicazione delle misure restrittive attualmente in vigore;
2. condanna inequivocabilmente gli sforzi in atto da parte della Russia per strumentalizzare e falsificare la memoria storica dei periodi più tragici dell’Europa, comprese le conseguenze del patto Molotov-Ribbentrop e del terrore che ne seguì per i territori conquistati dalla Germania nazista e dalla Russia comunista, nel tentativo di giustificare la sua attuale aggressione brutale, illegale e disumana e la sua politica espansionista;
3. esprime profonda preoccupazione per le notizie secondo cui la deputata Tatjana Ždanoka avrebbe agito come informatrice per la quinta sezione del Servizio federale di sicurezza russo mentre esercitava il suo mandato di deputata al Parlamento europeo; sottolinea che un informatore del Servizio federale di sicurezza russo che abbia accesso a benefici e informazioni in qualità di deputato al Parlamento europeo costituirebbe una grave minaccia per la sicurezza e la democrazia dell’Unione; sottolinea che è essenziale che il Parlamento europeo e le autorità lettoni indaghino in modo approfondito sulla questione al fine di determinare senza indugio le sanzioni e i procedimenti penali adeguati;
4. sottolinea che la deputata in questione è stata esclusa dal suo gruppo politico per motivi legati alle sue posizioni sulla Russia e l’Ucraina e ora non è affiliata a nessun gruppo; sottolinea che la stragrande maggioranza dei deputati al Parlamento europeo non condivide le opinioni della deputata in questione e ha condannato in misura egemone l’invasione illegale russa dell’Ucraina, il ricorso della Russia a tattiche di guerra ibrida contro la democrazia europea e altre sue scelte politiche aggressive e antidemocratiche degli ultimi anni; osserva tuttavia che un ristretto numero di deputati al PE ha partecipato ad azioni congiunte con la deputata in questione, esprimendo punti di vista simili e schierandosi apertamente con la Russia;
5. si impegna a fornire pieno sostegno e cooperazione alle autorità lettoni nella loro indagine sulla condotta della deputata in questione; invita le autorità competenti a verificare se la deputata in questione sia perseguibile ai sensi del diritto penale nazionale e rimane pronto a fornire pieno sostegno e cooperazione a tal riguardo;
6. accoglie con favore il deferimento della deputata in questione al comitato consultivo sulla condotta dei deputati; si impegna a porre pienamente in essere il proprio quadro sanzionatorio interno applicabile; osserva che i presunti fatti sono anteriori alla recente adozione della riforma del quadro di integrità del Parlamento; ritiene che le norme di per sé non avrebbero impedito il presunto comportamento riprovevole della deputata al Parlamento europeo; resta tuttavia pronto a valutare e perfezionare ulteriormente il funzionamento e le sanzioni del quadro di integrità del Parlamento, che è stato rafforzato a seguito del Qatargate;
7. sostiene le indagini in corso, ma sottolinea la necessità di rispettare il giusto processo, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali; ribadisce che le scelte politiche non possono essere criminalizzate e che i deputati al Parlamento europeo non devono subire ulteriori restrizioni all’espressione delle loro opinioni nell’esercizio del loro legittimo mandato;
8. mette in evidenza altri casi di deputati al Parlamento europeo che servono consapevolmente gli interessi della Russia; sottolinea che le attività di tali deputati al Parlamento europeo stanno compromettendo la sicurezza, la credibilità e la resilienza democratica dell’UE; esprime profonda preoccupazione per i legami che la deputata in questione può avere intrattenuto con altri deputati al Parlamento europeo e denuncia fermamente qualsiasi tentativo interno coordinato di portare avanti l’agenda politica del Cremlino in seno al Parlamento; ritiene indispensabile condurre immediatamente un’indagine interna approfondita al fine di valutare tutti i possibili casi di ingerenze straniere da parte della Russia o altri tipi di ingerenze malevole nell’attività del Parlamento europeo;
9. esprime particolare preoccupazione per le recenti notizie secondo cui le autorità russe stanno fornendo narrazioni specifiche ai partiti politici e agli attori di estrema destra in diversi paesi dell’UE, in particolare in Germania e Francia, al fine di minare il sostegno pubblico all’Ucraina a seguito dell’invasione su vasta scala da parte della Russia nel 2022; sottolinea la gravità dei legami della Russia con partiti e responsabili politici nell’Unione e la sua considerevole ingerenza in movimenti secessionisti che interessano territori europei, come la Catalogna;
10. ribadisce la propria indignazione per le regolari rivelazioni su finanziamenti russi su vasta scala a favore di partiti, esponenti politici, funzionari e movimenti in diversi paesi democratici nel tentativo di interferire e ottenere influenza nei loro processi interni; riconosce che la stragrande maggioranza degli Stati membri ha vietato, in tutto o in parte, le donazioni estere a partiti e candidati politici; esprime preoccupazione per i legami della Russia con diversi partiti ed esponenti politici nell’UE; ricorda che, anche laddove la legge limita le fonti di finanziamento politico, gli attori russi hanno trovato modi per eluderla e hanno offerto sostegno ai propri alleati contraendo prestiti presso banche estere (come nel caso del Front National nel 2016), sottoscrivendo contratti commerciali e di acquisto (come riportato da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung il 17 maggio 2019 relativamente al partito FPÖ e da Buzzfeeds e L’Espresso il 10 luglio 2019 a proposito della Lega per Salvini premier) e facilitando attività finanziarie (come riferito dalla stampa britannica in merito alla campagna Leave.eu);
11. esprime profonda preoccupazione per le presunte relazioni tra i secessionisti catalani e l’amministrazione russa; osserva che l’ingerenza russa in Catalogna, se confermata, formerebbe parte di una strategia più ampia della Russia volta a promuovere la destabilizzazione interna e la disunità dell’UE; esprime profonda preoccupazione per le campagne di disinformazione su larga scala che la Russia ha condotto in Catalogna, così come per i presunti intensi contatti e i numerosi incontri tra gli agenti responsabili dell’ingerenza russa e il movimento indipendentista e il governo regionale della comunità autonoma della Catalogna; invita le autorità giudiziarie competenti a indagare efficacemente sui legami dei deputati al Parlamento europeo asseritamente associati al Cremlino e sui tentativi di destabilizzazione e ingerenza da parte della Russia nell’UE e nei suoi Stati membri; deplora tutti gli attacchi contro i giudici che indagano su tali attività di ingerenza; chiede che i casi dei deputati al Parlamento europeo catalani in questione siano deferiti al comitato consultivo sulla condotta dei deputati;
12. condanna fermamente il recente incidente in Slovacchia, dove il Servizio di intelligence esterno russo, con una mossa provocatoria, ha rilasciato una dichiarazione durante la moratoria preelettorale in cui metteva in discussione l’integrità del processo elettorale della Repubblica slovacca; esprime preoccupazione per il ruolo visibile e diretto che la diplomazia russa svolge nella vita pubblica e politica slovacca sin dalle elezioni parlamentari del settembre 2023;
13. condanna fermamente la campagna di disinformazione su vasta scala portata alla luce dal ministero tedesco degli Affari esteri, presumibilmente orchestrata dalla Russia sulla piattaforma X, con l’intenzione di manipolare l’opinione pubblica in Germania;
14. osserva con preoccupazione che X ha cessato di seguire il codice volontario di buone pratiche sulla disinformazione; esprime preoccupazione per la diffusione di disinformazione e di contenuti illegali sulla piattaforma;
15. ribadisce la sua precedente posizione secondo cui il carattere eccezionale dell’ingerenza straniera russa richiede che le istituzioni nazionali e dell’UE, compreso il Parlamento europeo, profondano sforzi speciali per identificare, affrontare e superare questa minaccia specifica;
16. condanna fermamente i fatti allarmanti rivelati da autorevoli organi di informazione tedeschi secondo cui un impiegato affiliato al partito Alternative für Deutschland (AfD) e associato a un deputato al Bundestag tedesco è stato identificato come persona di contatto del Servizio federale di sicurezza russo, il che desta gravi preoccupazioni riguardo alla potenziale ingerenza straniera all’interno del mondo politico tedesco;
17. ricorda che le ingerenze straniere sono una minaccia sistemica che va contrastata con determinazione; sottolinea che la guerra ibrida e la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere non sono soltanto questioni di politica estera e di sicurezza, ma minacciano di fatto la vera e propria base delle nostre democrazie; esorta le istituzioni dell’UE ad adottare un approccio trasversale permanente per combattere con maggior efficacia la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere; ritiene che le ingerenze elettorali che si verificano in uno Stato membro incidano sull’UE nel suo complesso nella misura in cui esse si possono ripercuotere sulla composizione delle istituzioni dell’UE; ritiene che le autorità nazionali non siano in grado di affrontare tali minacce lavorando in isolamento e che l’autoregolamentazione del settore privato non possa risolvere tutti i problemi; plaude al lavoro svolto dal Servizio europeo per l’azione esterna nella sua seconda relazione sulla manipolazione delle informazioni e le minacce di ingerenza estere, pubblicata il 23 gennaio 2024, e raccomanda una più stretta cooperazione con la NATO in tale ambito; resta determinato a portare avanti il suo impegno volto a combattere le ingerenze straniere nell’UE negli anni a venire, tra l’altro attraverso un apposito organo parlamentare;
18. continua a sostenere con fermezza gli sforzi per migliorare e applicare le norme che tutelano l’integrità di questa Istituzione quale pilastro della democrazia europea; ritiene che le accuse riguardanti la deputata in questione evidenzino la necessità di rafforzare la cultura della sicurezza in seno al Parlamento europeo; chiede che sia prestato il massimo livello di attenzione politica e amministrativa alle raccomandazioni per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione, adottate il 13 luglio 2023, e chiede la piena attuazione delle misure proposte, tra cui una formazione obbligatoria e periodica in materia di sicurezza e integrità per i deputati e il personale del PE, un adeguato nulla osta di sicurezza e un controllo rafforzato del personale, in particolare di coloro che partecipano a riunioni a porte chiuse; chiede un controllo più rigoroso dell’organizzazione di eventi, degli inviti a ospiti esterni presso il Parlamento e dell’accesso alle piattaforme di comunicazione dell’Istituzione; invita le autorità nazionali a seguire le procedure e un calendario comune ogni volta che viene loro richiesto di rilasciare il nulla osta di sicurezza ai deputati e al personale del Parlamento europeo, nonché per qualsiasi controllo di sicurezza relativo alle istituzioni dell’UE; è fermamente convinto che le risorse del Parlamento, come il patrocinio di eventi o viaggi, la concessione dell’accesso a studi di videoregistrazione e altre piattaforme di comunicazione e il finanziamento di progetti di comunicazione dei gruppi politici o dei deputati al Parlamento europeo, non dovrebbero essere utilizzate per minare i valori dell’UE o per disseminare informazioni ostili da parte di regimi autoritari; ribadisce la propria richiesta di norme più rigorose per i viaggi effettuati dai deputati al Parlamento europeo e pagati da paesi ed entità stranieri; ritiene che andrebbero elaborate norme analoghe per i viaggi effettuati dagli assistenti parlamentari accreditati o dal personale dei gruppi politici;
19. insiste sul suo forte impegno a continuare a realizzare riforme serie e concrete in seno al Parlamento europeo al fine di mostrare tolleranza zero in materia di corruzione e ingerenze politiche improntate alla corruzione e proteggere la democrazia europea;
20. ribadisce il suo sostegno alla creazione, quanto prima possibile, di un organismo indipendente responsabile delle questioni di etica, in linea con la sua risoluzione del 16 settembre 2021; esorta tutte le istituzioni dell’UE a elevare le proprie ambizioni riguardo alla creazione di tale organismo;
21. invita il segretariato del registro per la trasparenza dell’UE a mettere al bando qualsiasi entità che abbia relazioni dirette o indirette con il governo russo, a norma della decisione del Consiglio del 3 giugno 2022 concernente misure restrittive(10);
22. si attende che la Commissione e il Consiglio attuino il pacchetto per la difesa della democrazia al fine di intervenire con urgenza e colmare le numerose lacune presenti nella legislazione dell’UE sul finanziamento ai partiti, elaborare un regime normativo obbligatorio per le grandi piattaforme e potenziare la ciberdifesa dell’UE contro possibili attacchi al nostro sistema elettorale; esorta le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a realizzare investimenti significativi e duraturi nel rafforzamento della nostra resilienza democratica e dello Stato di diritto, anche attraverso misure volte a rafforzare le capacità di controspionaggio dell’UE; sottolinea che le indagini penali sulle accuse di spionaggio sono di competenza degli Stati membri; sottolinea che, in quasi tutti gli Stati membri, sono state scoperte reti di spionaggio russe; invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi e la cooperazione, anche per neutralizzare i tentativi di acquisire tecnologie sensibili da imprese dell’UE per alimentare le capacità militari della Russia; accoglie con favore il fatto che diversi paesi dell’UE hanno istituito commissioni speciali di inchiesta dedicate a contrastare l’influenza russa;
23. condanna tutti i tipi di “élite capture” e la tecnica della cooptazione di funzionari pubblici di alto livello ed ex politici dell’UE, tra gli altri, fornendo loro posti di lavoro lucrativi in imprese collegate a governi attivamente impegnati in azioni di ingerenza contro l’UE; chiede di vietare ai deputati al Parlamento europeo di svolgere lavori secondari o attività collaterali retribuiti per conto di organizzazioni o individui inclusi nel registro per la trasparenza o per conto di paesi terzi, al fine di limitare potenziali conflitti di interesse e ingerenze straniere;
24. osserva che le leggi sono essenziali per contrastare la corruzione e i comportamenti criminali ma da sole non bastano per impedire che singoli deputati al PE commettano reati e azioni contrari all’etica; sottolinea che a tutti i gruppi politici del Parlamento europeo spetta una certa responsabilità di monitorare le azioni dei rispettivi deputati e conseguentemente ricorda a tutti i gruppi di agire rapidamente nel caso in cui vengano a conoscenza di un comportamento che desta dubbi circa l’integrità di uno dei loro deputati; esorta tutti i deputati al Parlamento europeo e tutti i gruppi a cooperare pienamente con le pertinenti autorità nazionali e dell’UE in questo contesto;
25. ritiene che elezioni libere ed eque siano al centro del processo democratico ed esorta pertanto le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a intraprendere azioni decisive per garantire che l’autorità di governo si basi esclusivamente sulla volontà dei cittadini, senza ingerenze straniere da parte di attori malevoli, prestando particolare attenzione ai preparativi per le elezioni europee del 6-9 giugno 2024; invita gli Stati membri e le istituzioni dell’UE ad attuare strategie di resilienza per le elezioni e sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi di monitoraggio permanente e di potenziarne l’attuazione con largo anticipo rispetto alle elezioni, ai referendum e ad altri importanti processi politici in tutta Europa;
26. sottolinea il ruolo chiave del giornalismo investigativo nel rivelare i tentativi di ingerenza straniera e attività occulte; ribadisce il suo appello alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri affinché garantiscano finanziamenti sufficienti e sostenibili al giornalismo investigativo;
27. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
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(1) Testi approvati, P9_TA(2023)0316.
(2) Testi approvati, P9_TA(2023)0292.
(3) GU C, C/2023/1226, 21.12.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1226/oj.
(4) GU L 347 del 9.9.2022, pag. 61.
(5) GU 167 dell’11.5.2023, pag. 18.
(6) GU 171 del 6.5.2021, pag. 25.
(7) Testi approvati, P9_TA(2024)0030).
(8) GU C 125 del 18.3.2022, pag. 2.
(9) GU C 117 dell’11.3.2022, pag. 159.
(10) Decisione (PESC) 2022/884 del Consiglio, del 3 giugno 2022, che modifica la decisione 2014/512/PESC, concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina (GU L 153 del 3.6.2022, pag. 128).
Ultimo aggiornamento: 12 febbraio 2024
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Fonte:
Parlamento europeo – Testi approvati – 2024/2548(RSP) (apre in nuova scheda)