Risoluzioni del Parlamento europeo, uscente e rinnovato: parole di guerra per affondare l’Europa

Nota della redazione Trancemedia.eu 1 dicembre 2024 – Nel testo che segue, approvato il 28 novembre 2024 dal Parlamento europeo, la parola “Corea” ricorre 55 volte: la Corea del Nord è la chiave dell’argomentazione che regge la risoluzione, il cui scopo è legittimare razzi occidentali contro la Russia e intensificare la carneficina. Invitiamo chi legge a fare una ricerca con Google di espressioni come: “evidence of korean troops fighting in russia” e trarre le debite conclusioni: l’evidenza semplicemente non esiste, nemmeno per BBC o The Guardian. Tutto il contrario, ovvero che missili occidentali siano dispiegati in Ucraina e utilizzati sul suolo russo – e che essi siano gestiti da personale militare specializzato occidentale – è provato da dimostrate intercettazioni e dalle inerenti regole di gestione di queste attrezzature. La considerazione de La Ragione degli Altri risulta completamente assente dalle modalità deliberative dell’istituzione che dovrebbe rappresentare i popoli dell’Europa occidentale. Sillogismi approssimativi basati su premesse non provate, usati per generare effetti disastrosi per l’Ucraina, la Russia, l’Europa e il mondo. Usque tandem, parlamento delle lobby?

> Risoluzione del Parlamento europeo del 28 novembre 2024 sul rafforzamento del fermo sostegno dell’UE all’Ucraina contro la guerra di aggressione della Russia e la crescente cooperazione militare tra Corea del Nord e Russia (2024/2940 (RSP))

Giovedì 28 novembre 2024 – Strasburgo

Il Parlamento europeo,

vista

–       viste le sue precedenti risoluzioni sull’Ucraina e la Russia, in particolare quelle del 17 luglio 2024 sulla necessità di un sostegno continuo dell’UE all’Ucraina [1] e del 19 settembre 2024 sul proseguimento del sostegno finanziario e militare all’Ucraina da parte degli Stati membri dell’UE [2], nonché le sue precedenti risoluzioni sulla situazione nella penisola coreana,

–       visti la Carta delle Nazioni Unite, le convenzioni dell’Aia, le convenzioni di Ginevra e i relativi protocolli aggiuntivi, nonché lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale,

–       visti l’Atto finale di Helsinki, la Carta di Parigi per una nuova Europa e il Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza,

–       visti il regolamento (UE) 2024/792 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 febbraio 2024, che istituisce lo strumento per l’Ucraina[3], il regolamento (UE) 2024/2773 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2024, che istituisce il meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale all’Ucraina[4], e altre forme di sostegno dell’UE all’Ucraina,

–       vista la dichiarazione congiunta del ministro degli Affari esteri della Repubblica di Corea, Cho Tae-yul, e del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, del 4 novembre 2024, sulla cooperazione tra la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) e la Russia,

–       visto il discorso pronunciato dal Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy al Parlamento europeo il 19 novembre 2024, che segna 1000 giorni dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia,

–       visti il trattato di non proliferazione delle armi nucleari e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Corea del Nord, compresa la risoluzione 1718 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 14 ottobre 2006,

–       vista la dichiarazione del Consiglio nordatlantico dell’8 novembre 2024 sulla Repubblica democratica popolare di Corea,

–       visto il partenariato strategico UE-Repubblica di Corea del 2010,

–       visto l’articolo 136, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

considerata

A. considerando che dal 24 febbraio 2022 la Russia conduce una guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata contro l’Ucraina, proseguendo le aggressioni già in atto dal 2014, tra cui l’annessione illegale della Crimea e l’occupazione di parti delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson violando in modo persistente, palese e grave i principi della Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale umanitario, quale stabilito dalle convenzioni di Ginevra del 1949;

B. considerando che le forze russe hanno attaccato in modo sistematico e indiscriminato zone residenziali e infrastrutture civili, causando la morte di migliaia di civili ucraini e la distruzione di proprietà pubbliche e private; che le forze russe sono responsabili di deportazioni forzate, sparizioni, anche di minori, detenzioni illegali, torture, esecuzioni di civili, soldati e prigionieri di guerra e atti terroristici, compreso il ricorso alla violenza sessuale e allo stupro di massa come armi di guerra, e che continuano ad alterare la composizione etnica dei territori occupati dell’Ucraina;

C. considerando che la Russia ha intensificato i suoi attacchi aerei contro l’Ucraina, impiegando un numero significativo di missili e droni per colpire le infrastrutture di produzione e trasmissione di energia elettrica a livello nazionale, causando interruzioni dell’erogazione di energia elettrica e rendendo necessarie misure di razionamento a livello nazionale annunciate da Ukrenergo, il principale fornitore di energia elettrica dell’Ucraina, per stabilizzare il sistema energetico;

D. considerando che l’UE e i suoi Stati membri sono solidali con l’Ucraina e si sono impegnati a fornire un notevole sostegno umanitario, finanziario e militare per aiutare la difesa dell’Ucraina fino alla sua vittoria e alla sua ripresa; che, tuttavia, l’assistenza militare continua a essere insufficiente, in termini sia di qualità che di quantità, e che permane un ritardo nell’effettiva consegna di armi e munizioni all’Ucraina dopo l’adozione delle relative decisioni di consegna; che, a seguito della decisione adottata in occasione del vertice NATO, l’Ucraina avrebbe dovuto ricevere un numero significativo di sistemi di difesa che non sono stati ancora consegnati;

E. considerando che diversi paesi terzi, in particolare l’Iran, la Corea del Nord e la Bielorussia, hanno fornito alla Russia ingenti forniture di armi e munizioni e che la Bielorussia ha consentito alla Russia di utilizzare il suo territorio per attaccare l’Ucraina;

F. considerando che il trattato sul partenariato strategico globale tra la Russia e la Corea del Nord, firmato il 18 giugno 2024, impone l’assistenza militare reciproca, compreso il sostegno nucleare e convenzionale, in caso di aggressione armata, approfondendo in tal modo i legami militari tra le due nazioni; che tale sviluppo combina importanti sfide in materia di sicurezza sia in Asia che in Europa, complicando ulteriormente la stabilità globale;

G. considerando che la Corea del Nord e la Russia hanno intensificato direttamente il conflitto in Ucraina con lo spiegamento di truppe nordcoreane al fianco delle forze russe, segnando una pericolosa espansione della guerra con gravi implicazioni per la sicurezza regionale e globale; che i trasferimenti di armi della Corea del Nord alla Russia, compresa la fornitura di munizioni e attrezzature militari, costituiscono una chiara violazione delle sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite volte a prevenire la proliferazione delle armi provenienti dalla Corea del Nord;

H. considerando che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha riferito che 11.000 soldati nordcoreani sono già stati dispiegati in prossimità dei confini ucraini e che tale contingente potrebbe aumentare ulteriormente; che la Corea del Nord, in cambio della fornitura di munizioni e truppe, riceve dalla Russia prodotti alimentari, petrolio e denaro di cui ha estremo bisogno e forse assistenza nello sviluppo di competenze in materia di armi nucleari e tecnologia missilistica;

I. considerando che la Corea del Nord ha intensificato le sue minacce, ha abbandonato la sua politica di unificazione e ha continuato le sue provocazioni nella regione, in particolare mediante test missilistici e dimostrazioni militari, che aumentano il rischio di conflitto militare e compromettono gli sforzi per una risoluzione pacifica del conflitto coreano;

J. considerando che le forze armate russe avrebbero reclutato centinaia di mercenari yemeniti Houthi perché combattano nel conflitto in Ucraina, grazie a una losca operazione di traffico di esseri umani che dimostra i crescenti legami tra Mosca e il gruppo ribelle Houthi;

K. considerando che l’Iran ha trasferito alla Russia carichi di missili balistici a corto raggio Fath-360; che, in risposta, l’UE, la Francia, la Germania e il Regno Unito hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti dell’Iran;

L. considerando che la Cina è oggi il principale fornitore di beni a duplice uso e di prodotti militari a sostegno della base militare russa e della guerra di aggressione contro l’Ucraina; che l’UE dispone di prove inconfutabili della produzione di droni armati per l’esercito russo nella regione occidentale dello Xinjiang in Cina;

M. considerando che i neoeletti presidenti del Parlamento europeo e della Commissione si sono impegnati immediatamente a mantenere il loro fermo sostegno all’Ucraina; che il Presidente eletto degli Stati Uniti dovrebbe fare altrettanto; che qualsiasi esito che non sia la vittoria dell’Ucraina sarebbe ampiamente percepito come una sconfitta strategica sia per l’Europa che per gli Stati Uniti e avrebbe conseguenze di vasta portata per la loro sicurezza;

N. considerando che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato l’Ucraina a utilizzare sistemi tattici missilistici ATACMS di fabbricazione statunitense nella regione di Kursk della Federazione russa; che la Francia e il Regno Unito hanno fornito missili da crociera Storm Shadow/SCALP all’Ucraina e che entrambi i paesi ne hanno autorizzato l’uso contro obiettivi russi; che la Germania continua ad attuare la sua politica di astensione dalla fornitura di missili a lungo raggio Taurus all’Ucraina;

O. considerando che, a norma del diritto internazionale, il diritto dell’Ucraina all’autodifesa comprende azioni militari proporzionali condotte al di fuori del suo territorio; che, a seguito della recente revoca delle restrizioni da parte dei paesi donatori, l’Ucraina avrebbe utilizzato i sistemi di armi a lungo raggio che le sono stati donati contro obiettivi militari in territorio russo;

P. considerando che il 21 novembre 2024 la Russia ha attaccato la città ucraina di Dnipro con un missile balistico a gittata intermedia;

Q. considerando che dal febbraio 2022 l’UE ha adottato 14 pacchetti di sanzioni volti principalmente a limitare il più possibile la capacità del Cremlino di finanziare la guerra che ha scatenato; che tali sanzioni sono fissate per un periodo di sei mesi alla volta; che una proposta volta a estendere a tre anni la durata delle sanzioni non è stata approvata; che la proposta è stata bloccata dal veto del governo ungherese, il che pregiudica la sicurezza e la stabilità a lungo termine e il sostegno a questa struttura di prestito;

R. considerando che il sostegno militare complessivo dell’UE all’Ucraina, fornito attraverso lo strumento europeo per la pace (EPF) e direttamente dagli Stati membri, ammonta a circa 43,5 miliardi di EUR; che nell’agosto 2024 l’UE ha mobilitato solo la prima tranche – 1,4 miliardi di EUR – di proventi straordinari derivanti dagli attivi congelati della Banca centrale russa attraverso l’EPF per fornire ulteriore assistenza militare all’Ucraina;

S. considerando che l’UE, insieme ai paesi del G7, ha adottato il meccanismo di cooperazione in materia di prestiti per l’Ucraina, che utilizza i proventi straordinari derivanti dagli attivi russi congelati per rimborsare i prestiti erogati dall’UE all’Ucraina; che per sostenere finanziariamente l’Ucraina non vengono ancora utilizzati direttamente tali attivi congelati, bensì solo i proventi straordinari da essi derivanti; che l’UE fornirà fino a 35 miliardi di EUR di nuova assistenza macrofinanziaria nell’ambito del meccanismo di cooperazione in materia di prestiti per l’Ucraina;

T. considerando che il governo ungherese sta bloccando sia il nuovo Fondo di assistenza per l’Ucraina, istituito nel marzo 2024 nell’ambito dell’EPF, sia l’ottava tranche dei rimborsi dell’EPF per gli Stati membri che da quasi due anni forniscono aiuto militare all’Ucraina; che il primo ministro ungherese e ministro degli Affari esteri si è recato a Mosca per dialogare con uno Stato aggressore;

U. considerando che il presidente Volodymyr Zelenskyy, nel suo discorso alla Verkhovna Rada del 19 novembre 2024, ha presentato il piano interno di resilienza dell’Ucraina, che comprende 10 punti chiave: unità, fronte, armamenti, finanze, energia, sicurezza, comunità, capitale umano, sovranità culturale, politica nei confronti degli eroi; che nel settembre 2022 il presidente Zelenskyy ha presentato la formula di pace ucraina, delineando 10 requisiti per una pace giusta per l’Ucraina e per il ripristino dell’ordine basato su regole;

resoluta

  1. ribadisce la sua condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, che dura da oltre 1000 giorni, senza contare l’aggressione iniziata nel 2014, e del coinvolgimento e del sostegno di paesi terzi in tale guerra; chiede che la Russia cessi immediatamente tutte le attività militari in Ucraina, ritiri incondizionatamente tutte le forze e le attrezzature militari dall’intero territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale, rilasci i prigionieri di guerra ucraini e i civili ucraini detenuti illegalmente, restituisca i minori ucraini sequestrati e risarcisca l’Ucraina per i danni causati alla sua popolazione, alla sua terra, alla sua natura e alle sue infrastrutture;
  2. condanna inoltre l’incessante escalation della guerra di aggressione da parte della Russia, in particolare i bombardamenti contro civili e infrastrutture critiche, il ricorso a truppe inviate dalla Corea del Nord per combattere contro l’esercito ucraino e la sperimentazione di nuovi missili balistici in Ucraina; ritiene che queste recenti azioni di escalation rappresentino una nuova fase della guerra e comportino un nuovo rischio per la sicurezza dell’Europa nel suo complesso; invita l’UE, i suoi Stati membri e gli altri partner dell’Ucraina a rispondere di conseguenza;
  3. ricorda che qualsiasi minaccia nucleare da parte della Russia non scoraggerà l’UE dal fornire ulteriore assistenza all’Ucraina per la sua autodifesa; esorta tutti gli Stati a opporsi alla normalizzazione delle intimidazioni nucleari;
  4. esprime la sua solidarietà unanime nei confronti del popolo ucraino; ribadisce il fermo impegno dell’UE a favore della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e sottolinea la necessità di incrementare e accelerare la solidarietà dell’UE nel fornire un sostegno politico, militare, umanitario, economico e finanziario all’Ucraina fino alla vittoria dell’Ucraina, in modo da porre fine alla guerra di aggressione della Russia e consentire all’Ucraina di liberare tutto il suo popolo; ribadisce che l’Ucraina, in quanto vittima di aggressione, ha un legittimo diritto all’autodifesa, conformemente all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; riafferma l’impegno dell’UE a favore di una pace giusta e duratura in Ucraina, basata sulla sua sovranità e integrità territoriale, e sostiene la formula di pace dell’Ucraina come quadro per l’impegno internazionale;
  5. invita l’UE e i suoi Stati membri ad adoperarsi attivamente per mantenere e conseguire il sostegno internazionale più ampio possibile a favore dell’Ucraina e per individuare una soluzione pacifica alla guerra, che deve basarsi sul pieno rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, sui principi del diritto internazionale, sull’assunzione di responsabilità per i crimini di guerra e il reato di aggressione commessi dalla Russia e sui risarcimenti e le altre compensazioni da parte russa per gli ingenti danni materiali e immateriali causati in Ucraina; insiste sul fatto che non può svolgersi nessun negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina; chiede l’impegno dell’UE e degli Stati membri ad attuare la formula di pace dell’Ucraina e a instaurare le condizioni necessarie per lo svolgimento di un secondo vertice sulla pace, cui partecipino anche i paesi del Sud del mondo; è convinto che l’UE e i suoi Stati membri debbano partecipare alla creazione di solide garanzie di sicurezza future per l’Ucraina, basate sulla formula di pace e sul piano per la vittoria dell’Ucraina, con una strategia chiara, obiettivi specifici e una tabella di marcia concreta; deplora il recente colloquio telefonico del cancelliere tedesco con Vladimir Putin;
  6. denuncia l’Iran, la Bielorussia e la Corea del Nord per il loro sostegno militare alla Russia e, in particolare, tutto il sostegno militare fornito dalla Corea del Nord alla Russia, che inasprisce ulteriormente il conflitto; ribadisce che tanto la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina quanto la partecipazione della Corea del Nord alla guerra e i suoi programmi nucleari e missilistici costituiscono gravi minacce per l’ordine internazionale basato su regole; condanna il fatto che la Russia e la Corea del Nord abbiano recentemente firmato e ratificato il trattato sul partenariato strategico globale, che è soggetto al regime di sanzioni più completo imposto dalle Nazioni Unite; esorta la Corea del Nord a ritirare le sue truppe e a porre fine alla cooperazione militare con la Russia; chiede alla Russia di cessare ogni forma di cooperazione militare e tecnologica con la Corea del Nord e di rispettare gli obblighi che le incombono in virtù del trattato di non proliferazione e delle molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; mette in guardia dalle gravi implicazioni del suddetto partenariato militare nell’ispirare altri regimi autocratici a partecipare attivamente ai conflitti militari;
  7. condanna con la massima fermezza la fornitura di beni a duplice uso e di prodotti militari alla Russia da parte della Cina; ricorda alla Cina che ha la responsabilità, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di difendere l’ordine internazionale basato su regole e invita quindi Pechino a cessare qualsiasi assistenza in termini militari o di beni a duplice uso alla Russia e alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina; sottolinea che il rifiuto di cambiare linea d’azione al riguardo rischia di compromettere gravemente le relazioni bilaterali UE-Cina; sottolinea la notevole influenza della Cina sulla Corea del Nord e sulla Russia ed esorta la Cina a contribuire a ridurre le tensioni e a prevenire un’ulteriore escalation delle ostilità; esprime una profonda preoccupazione per l’effetto della dipendenza europea dalla Cina sulla credibilità degli Stati membri quanto alla capacità di salvaguardare la propria sicurezza nazionale e l’UE nel suo complesso;
  8. esorta la comunità internazionale a intraprendere azioni rapide e risolute per far fronte a questa escalation allarmante; invita a rafforzare la cooperazione internazionale per impedire l’invio da parte della Corea del Nord di armi alla Russia, anche potenziando i meccanismi di monitoraggio e applicazione nel quadro delle Nazioni Unite e attraverso alleanze multilaterali; esorta l’UE a intraprendere azioni decisive per sanzionare le persone e le entità della Corea del Nord che sono coinvolte nei trasferimenti di armi e truppe, come pure gli intermediari che agevolano tali transazioni; apprezza gli sforzi della comunità internazionale per contrastare il commercio illegale di armi provenienti dalla Corea del Nord ed evidenzia la necessità di esercitare una pressione costante su Pyongyang affinché cessi le sue azioni destabilizzanti; invita tutti gli Stati membri dell’UE e delle Nazioni Unite a fare tutto il possibile per garantire l’attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite relative alla Corea del Nord e a bloccare proattivamente qualsiasi via che permetta alla Corea del Nord di ottenere finanziamenti, materiali o conoscenze per i suoi programmi di armi illegali;
  9. esorta gli Stati membri dell’UE ad ampliare e rafforzare ulteriormente il regime di sanzioni nei confronti della Corea del Nord, della Bielorussia e dell’Iran, in considerazione del sostegno militare fornito da tali paesi alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, e ad aggiungere all’elenco delle sanzioni dell’UE tutte le principali entità e persone cinesi che sostengono direttamente la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e il settore russo della difesa e della sicurezza;
  10. esprime una profonda preoccupazione per la possibilità di un eventuale trasferimento alla Corea del Nord di tecnologie nucleari o collegate ai missili balistici, il che comprometterebbe gli sforzi internazionali di non proliferazione e rappresenterebbe una grave minaccia per la pace e la stabilità nella penisola coreana e a livello mondiale; invita l’UE e i suoi Stati membri, in cooperazione con i partner del G7 e del G20, a sviluppare e promuovere un meccanismo alternativo al gruppo di esperti delle Nazioni Unite al fine di garantire un monitoraggio e un’applicazione efficaci delle sanzioni nei confronti della Corea del Nord;
  11. esprime una profonda preoccupazione per le continue e gravi violazioni dei diritti umani in Corea del Nord, dove le politiche oppressive del regime e il disinteresse sistematico per le esigenze di base hanno causato sofferenze generalizzate tra la popolazione nordcoreana; condanna la distrazione di risorse verso attività militari e conflitti esterni, fra cui il sostegno alla guerra di aggressione della Russia, a scapito della risposta alle urgenti esigenze umanitarie in Corea del Nord; invita l’UE e i partner internazionali a intensificare gli sforzi per far sì che il regime nordcoreano debba rispondere delle sue violazioni dei diritti umani; sollecita un maggiore sostegno a favore delle organizzazioni della società civile e dei difensori dei diritti umani che lavorano per documentare gli abusi e fornire aiuti ai cittadini nordcoreani; esorta il governo cinese a porre fine alle pratiche di respingimento e a concedere ai rifugiati nordcoreani l’accesso alla protezione internazionale; invita la Corea del Nord ad accordare l’accesso al paese agli organismi delle Nazioni Unite per i diritti umani affinché possano valutare la situazione dei diritti umani, le sparizioni forzate e le condizioni dei detenuti e dei rifugiati rimpatriati, fra cui i casi di Kim Cheol-ok e dei missionari sudcoreani Kim Jung-wook, Kim Kook-kie e Choi Chun-gil;
  12. sottolinea la necessità di una strategia globale dell’UE per affrontare le più ampie implicazioni delle alleanze autoritarie, in particolare tra Russia, Corea del Nord, Bielorussia, Iran, Cina e altri Stati che mettono a repentaglio l’ordine internazionale basato su regole; chiede sforzi attivi da parte dell’UE e dei suoi Stati membri per promuovere il regime globale di non proliferazione nucleare e una più stretta cooperazione con i partner internazionali al fine di ridurre le tensioni nella regione indo-pacifica;
  13. invita l’UE e i suoi Stati membri a rafforzare ulteriormente il loro sostegno militare all’Ucraina, anche attraverso la fornitura di aerei, missili a lungo raggio, compresi i missili Taurus, moderni sistemi di difesa aerea, fra cui i Patriot e i SAMP/T, munizioni, sistemi di difesa antiaerea portatile (MANPADS), artiglieria e programmi di addestramento per le forze ucraine e chiede altresì una consegna accelerata delle attrezzature promesse per soddisfare le esigenze urgenti dell’Ucraina; ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell’UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire un sostegno militare all’Ucraina pari ad almeno lo 0,25 % del loro PIL annuo; valuta favorevolmente la firma degli impegni congiunti in materia di sicurezza tra l’UE e l’Ucraina e invita la Commissione e gli Stati membri ad agire in tempi rapidi per attuare efficacemente gli impegni assunti; invita la Commissione e il Consiglio a dare priorità alla piena operatività delle capacità europee di comunicazione spaziale IRIS2 e a concedere quanto prima l’accesso all’Ucraina (e a Taiwan);
  14. invita il Consiglio a estendere le sanzioni nei confronti della Russia; chiede ulteriori sanzioni rivolte ai settori di particolare importanza economica per la Russia (metallurgico, nucleare, chimico, agricolo e bancario) e alle materie prime russe, come l’alluminio, i prodotti siderurgici, l’uranio, il titanio e il nichel, un embargo totale sulle importazioni nell’UE di combustibili fossili e di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia e un’ulteriore abbassamento del tetto al prezzo dei prodotti petroliferi russi, in coordinamento con i partner del G7, in modo da non contribuire più al finanziamento della guerra di aggressione illegale della Russia; chiede sanzioni più severe e più mirate nei confronti della flotta ombra russa; evidenzia la necessità di cessare qualsiasi cooperazione con la Russia nel settore dell’energia nucleare; sottolinea che la Russia sta passando da una dipendenza dalle esportazioni di gas ai concimi derivati dal gas, che rappresentano un’importante fonte di reddito e di entrate in valuta estera dello Stato russo, e alimentano direttamente la sua macchina da guerra, compromettendo nel contempo le economie dell’UE e minacciando la sicurezza alimentare; invita l’UE ad affrontare tale sfida in modo adeguato, urgente e con azioni forti e decisive, dal momento che la dipendenza dell’UE dai fertilizzanti russi sta crescendo a un ritmo allarmante;
  15. invita, in particolare, gli Stati membri che non rispettano i propri impegni per quanto riguarda la produzione di prodotti per la difesa e il sostegno diretto alle pertinenti capacità di produzione a costituire imprese comuni con l’Ucraina o a effettuare direttamente ordini in Ucraina; invita gli Stati membri ad accelerare gli investimenti diretti per aumentare la capacità industriale militare dell’Ucraina, seguendo il modello utilizzato dalla Danimarca; invita l’UE a includere tale modello nel Fondo di assistenza per l’Ucraina;
  16. invita le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a contribuire attivamente al mantenimento dell’unità sulle sanzioni e a proseguire rapidamente verso l’adozione del 15o pacchetto di sanzioni; esorta gli Stati membri a esercitare attivamente pressioni sul governo ungherese affinché cessi di bloccare in modo irresponsabile lo strumento europeo per la pace, compreso il nuovo Fondo di assistenza per l’Ucraina, cosa che ha impedito lo svincolo di 6,6 miliardi di EUR in rimborsi parziali agli Stati membri che forniscono sostegno militare all’Ucraina; sottolinea che, se lo strumento europeo per la pace rimane bloccato fino al prossimo Consiglio europeo, è necessario stabilire immediatamente un nuovo formato che includa solo gli Stati membri che sono disposti e in grado di fornire aiuti militari all’Ucraina, oppure i contributi nazionali devono essere rimborsati per non ostacolare il regolare finanziamento degli aiuti bilaterali;
  17. invita il Consiglio e gli Stati membri ad affrontare sistematicamente la questione dell’elusione delle sanzioni da parte di società e persone fisiche stabilite nell’UE, di terzi e di Stati non UE, e ad adottare e attuare rigorosamente misure restrittive nei confronti di tutte le entità che agevolano l’elusione delle sanzioni e forniscono al complesso militare russo tecnologie e attrezzature militari e a duplice uso, onde garantire che eventuali lacune non siano sfruttate per inviare armi o risorse alla Russia; ritiene essenziale rafforzare i controlli sull’esportazione e la manutenzione delle attrezzature ad alta tecnologia prodotte nell’UE, nonché aumentare le misure di contrasto e la cooperazione per prevenire l’elusione delle sanzioni; invita a intensificare con urgenza la revisione degli scambi commerciali degli Stati membri dell’UE con i paesi dell’Asia centrale, nonché con la Turchia e l’Azerbaigian, tra gli altri, in quanto sono chiaramente utilizzati nell’evasione delle sanzioni dell’UE;
  18. ribadisce il suo invito all’UE e ai suoi Stati membri a rivedere l’attuale durata delle sanzioni imposte alla Russia, estendendo il periodo di validità dagli attuali sei mesi a un periodo più solido e strategico di tre anni; osserva che tale misura migliorerebbe la coerenza e la prevedibilità della posizione dell’UE in materia di politica estera e la proteggerebbe da una strumentalizzazione abusiva dei requisiti dell’unanimità, rafforzerebbe l’impatto delle sanzioni e invierebbe un chiaro messaggio di impegno a favore del rispetto del diritto internazionale e della sicurezza europea, riducendo nel contempo l’onere amministrativo di frequenti rinnovi;
  19. accoglie con favore la decisione del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden di consentire all’Ucraina di utilizzare sistemi missilistici avanzati su obiettivi militari situati in territorio russo, sottolineando che tale autorizzazione rispetta il legittimo diritto dell’Ucraina all’autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; invita l’UE e i suoi Stati membri ad adottare misure analoghe, eliminando le restrizioni all’uso di sistemi militari per operazioni di difesa legittime al di là dei confini dell’Ucraina, al fine di scoraggiare ulteriori aggressioni russe;
  20. invita l’UE e i suoi Stati membri a cooperare con l’amministrazione entrante a Washington per rafforzare una cooperazione transatlantica vantaggiosa per entrambe le parti, evidenziando l’interesse strategico comune di sostenere l’Ucraina, e a sottolineare che la Russia e i suoi alleati rappresentano non solo una minaccia per la stabilità europea, ma anche un pericolo significativo per la sicurezza globale e l’ordine internazionale basato su regole; si aspetta che la futura amministrazione Trump continui ad appoggiare l’Ucraina e mantenga il suo fermo impegno con la NATO, e sollecita nel contempo l’Europa e i suoi Stati membri a mettere in pratica gli impegni presi e ad istituire un’autentica Unione della difesa, anche quale pilastro europeo della NATO, iniziando con il rafforzamento delle proprie capacità di difesa;
  21. chiede l‘assunzione di responsabilità per i crimini di guerra e le violazioni del diritto internazionale commessi dalla Russia e dai suoi alleati, compresa la Corea del Nord, attraverso una cooperazione rafforzata con la Corte penale internazionale e altri organi giudiziari; esorta l’UE e i partner internazionali a intensificare gli sforzi per chiamare tutti i responsabili a rispondere delle loro azioni;
  22. invita la Commissione a proporre misure supplementari per sostenere l’economia ucraina, fornendo ulteriore sostegno finanziario e agevolando le opportunità di investimento; valuta favorevolmente l’accordo con il Consiglio sull’assistenza macrofinanziaria all’Ucraina per un importo massimo di 35 miliardi di EUR, attraverso il ricorso ai beni russi congelati e al nuovo meccanismo per i prestiti all’Ucraina; chiede la rapida attuazione di entrambi gli strumenti, in modo da consentire all’Ucraina di beneficiare quanto prima di queste nuove possibilità di finanziamento;
  23. ribadisce il suo invito all’UE e ai suoi Stati membri affinché adottino misure più concrete verso l’istituzione di soluzioni creative nell’ambito di un solido regime giuridico che preveda la confisca dei beni di proprietà dello Stato russo congelati dall’UE e il loro utilizzo, con l’obiettivo di far fronte alle varie implicazioni della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, fra cui la prevenzione di ulteriori distruzioni e perdite di vite umane, la ricostruzione del paese e il risarcimento delle vittime dell’aggressione russa; sottolinea che qualsiasi futura richiesta da parte della Russia di restituzione di tali attività può essere liquidata solo dopo aver esaminato nel complesso le riparazioni in sospeso dovute all’Ucraina; sottolinea l’importanza dello strumento per l’Ucraina quale meccanismo per il sostegno finanziario a lungo termine, la ricostruzione e gli sforzi di ripresa e ne sollecita un’attuazione rapida ed efficiente; invita la Commissione a proporre un’assistenza finanziaria a lungo termine oltre il 2027 per la ricostruzione dell’Ucraina, sulla base dell’esperienza dello strumento per l’Ucraina;
  24. sottolinea la necessità di creare un quadro più stabile e prevedibile per le relazioni commerciali UE-Ucraina; invita la Commissione, a tale proposito, ad accelerare le consultazioni con l’Ucraina a norma dell’articolo 29 dell’accordo di associazione ed esorta entrambe le parti a concordare il livello di liberalizzazione più ambizioso possibile; invita la Commissione a coinvolgere da vicino il Parlamento nella revisione della zona di libero scambio globale e approfondito (DCFTA); prende atto delle restrizioni alle importazioni di prodotti agroalimentari provenienti dall’Ucraina imposte unilateralmente da diversi Stati membri, che riguardano la competenza esclusiva dell’UE in materia di scambi commerciali nell’ambito della politica commerciale comune e gli obblighi dell’UE nell’ambito della DCFTA con l’Ucraina; invita la Commissione a trovare soluzioni europee alle potenziali distorsioni del mercato causate dall’aumento dei flussi di prodotti agroalimentari ucraini, in consultazione con l’Ucraina e gli Stati membri interessati;
  25. chiede, in vista dei rigidi mesi invernali, un aumento significativo degli aiuti umanitari dell’UE per far fronte alla drammatica situazione causata dagli attacchi sistematici della Russia alle infrastrutture civili, in particolare le infrastrutture energetiche, che hanno lasciato milioni di ucraini senza servizi essenziali; riconosce il lavoro svolto da molte organizzazioni ucraine e altre organizzazioni della società civile nell’aiutare le famiglie dei minori ucraini sequestrati, dei prigionieri di guerra e dei civili ucraini detenuti illegalmente e i loro instancabili sforzi per portare a casa i loro cari; invita l’UE, i suoi Stati membri e la comunità internazionale a sostenere le loro attività e a utilizzare tutti i consessi internazionali disponibili per esercitare pressioni sulla Russia affinché restituisca i minori ucraini sequestrati, i prigionieri di guerra ucraini e i civili ucraini detenuti illegalmente;
  26. deplora l’uccisione deliberata e i maltrattamenti nei confronti dei prigionieri di guerra ucraini da parte della Russia e invita la Russia a rispettare i suoi obblighi internazionali, in particolare la Convenzione di Ginevra, e a consentire a organizzazioni internazionali come il Comitato internazionale della Croce Rossa di visitare i prigionieri di guerra e di valutare il loro stato di salute; invita l’UE, i suoi Stati membri e la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite, a rivedere e adeguare le convenzioni internazionali e il lavoro delle pertinenti organizzazioni internazionali alle realtà odierne e a renderle più reattive alle esigenze dei prigionieri di guerra;
  27. osserva con preoccupazione che la Russia sta reclutando attivamente individui provenienti da regioni lontane, tra cui l’Africa, il Medio Oriente e l’America latina, ricorrendo all’inganno o alla coercizione, per poi inviarli a combattere nella guerra contro il popolo ucraino; invita le Nazioni Unite, l’Unione africana e i paesi le cui popolazioni sono prese di mira da Mosca ad adottare misure attive per contrastare tale reclutamento;
  28. sottolinea nuovamente il ruolo costruttivo della Corea del Sud nell’ordine internazionale basato su regole, compreso il suo fermo impegno nei confronti dell’Ucraina; invita l’UE e i suoi Stati membri a dialogare con la Corea del Sud e a cercare di modificare la sua posizione sull’armamento dell’Ucraina, al fine di fornire ingenti risorse militari per aiutare le operazioni di difesa dell’Ucraina; accoglie con favore il primo dialogo strategico UE-Repubblica di Corea tenutosi a Seoul il 4 novembre 2024 e il successivo partenariato in materia di sicurezza e difesa tra l’UE e la Corea del Sud; sostiene l’intensificarsi delle relazioni dell’UE con la Corea del Sud e il rafforzamento della cooperazione bilaterale in materia di sicurezza e difesa; invita l’UE e i suoi Stati membri, in cooperazione con l’Ucraina e la Corea del Sud, a incoraggiare e prepararsi all’eventuale diserzione di membri dell’esercito popolare coreano; invita l’UE e i suoi Stati membri ad approfondire la cooperazione con la Corea del Sud sul futuro dell’Ucraina, concentrandosi sulle sue aspirazioni di adesione all’UE, sulle garanzie di sicurezza e sulla ricostruzione; chiede una più stretta cooperazione con altri partner che condividono gli stessi principi, in particolare il Giappone, l’Australia e Taiwan, e sottolinea la necessità di un maggiore dialogo nella regione indo-pacifica;
  29. invita l’UE e i suoi Stati membri a continuare a fornire sostegno all’opposizione democratica russa, a garantirne la protezione e a incoraggiarla a lottare contro il regime di Putin, in particolare contro i sentimenti militaristi, sciovinisti e imperialisti nella società russa, e a esprimere con forza e cercare attivamente sostegno per l’Ucraina;
  30. condanna i recenti atti nel Mar Baltico che hanno danneggiato infrastrutture critiche europee; sottolinea l’urgente necessità di indagare su questi gravi incidenti e di divulgare informazioni sui responsabili e le loro intenzioni; sottolinea che diversi rappresentanti dei governi europei ritengono che l’incidente più recente costituisca un grave atto di sabotaggio; invita il vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e gli Stati membri a rispondere con misure adeguate nei confronti dei responsabili attori statali o non statali, qualora vi siano prove che dimostrino il loro coinvolgimento;
  31. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al presidente, al governo e alla Verchovna Rada dell’Ucraina, al governo russo, ai governi sudcoreano e nordcoreano e agli altri governi interessati, nonché alle Nazioni Unite.

[Note ai Considerata]

[1]        GU C, C/2024/6129, 22.10.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/6129/oj.
[2]        Testi approvati, P10_TA(2024)0012.
[3]        GU L, 2024/792, 29.2.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/792/oj.
[4]        GU L, 2024/2773, 28.10.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/2773/oj.

Fonte: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-10-2024-0055_IT.html


> Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 febbraio 2024 sul Russiagate: le accuse di ingerenza russa nei processi democratici dell’Unione europea (2024/2548(RSP))

Giovedì 8 febbraio 2024 – Strasburgo

Il Parlamento europeo,

vista

– vista la sua decisione del 13 settembre 2023 sulle modifiche al regolamento del Parlamento al fine di rafforzare l’integrità, l’indipendenza e la responsabilità(1),

– vista la sua risoluzione del 13 luglio 2023 sulle raccomandazioni per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione(2),

– vista la sua risoluzione del 1º giugno 2023 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione(3),

– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione(4),

– viste le sue precedenti risoluzioni sulle relazioni UE-Russia, in particolare quella del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo(5),

– vista la sua risoluzione del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa(6),

– vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulla coscienza storica europea(7),

– vista la sua risoluzione del 1° marzo 2022 sull’aggressione russa contro l’Ucraina(8),

– vista la relazione del Servizio europeo per l’azione esterna del 23 gennaio 2024 dal titolo “Seconda relazione del SEAE sulla manipolazione delle informazioni e le minacce di ingerenza estere – Un quadro per la difesa in rete”,

– vista la comunicazione della Commissione del 12 dicembre 2023 dal titolo “Difesa della democrazia” (COM(2023)0630),

– vista la proposta presentata dalla Commissione di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2023, che stabilisce requisiti armonizzati nel mercato interno sulla trasparenza della rappresentanza d’interessi esercitata per conto di paesi terzi e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (COM(2023)0637),

– vista la comunicazione della Commissione del 3 dicembre 2020 sul piano d’azione per la democrazia europea (COM(2020)0790),

– visto il principio giuridico della presunzione di innocenza,

– visti il suo regolamento e il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo,

– vista la sua risoluzione del 16 settembre 2021 sul tema “Rafforzare la trasparenza e l’integrità nelle istituzioni dell’UE creando un organismo europeo indipendente responsabile delle questioni di etica”(9),

– visto l’articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

considerata

A. considerando che le ingerenze straniere, la manipolazione delle informazioni e la disinformazione costituiscono una grave violazione dei valori e principi universali su cui si fonda l’Unione, quali la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto; che la fiducia nell’integrità del Parlamento e nello Stato di diritto è fondamentale per il funzionamento della democrazia europea;

B. considerando che vi sono prove di ingerenza e manipolazioni da parte della Russia in molte democrazie, nonché del suo sostegno pratico a forze estremiste ed entità radicali per promuovere la destabilizzazione dell’Unione;

C. considerando che la commissione speciale del Parlamento sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione, ha evidenziato in dettaglio gli sforzi e le operazioni guidati dalla Russia per infiltrare le democrazie europee e le istituzioni dell’UE ed esercitare su di esse la propria influenza e ingerenza; che la risposta del Parlamento europeo alle ingerenze straniere è diventata più attenta; che, tuttavia, devono essere ancora adottate misure più rigorose e riforme interne per garantire una protezione efficace contro indebite ingerenze esterne;

D. considerando che la Russia sta utilizzando un’ampia gamma di tattiche di guerra ibrida per conseguire i suoi obiettivi, nell’ambito di una strategia più ampia volta a danneggiare il corretto funzionamento dei processi democratici europei; che il ricorso alle ingerenze straniere e alla manipolazione delle informazioni, come mezzo per dividere le società democratiche, è stato il precursore della guerra di aggressione non provocata della Russia nei confronti dell’Ucraina, e da allora è aumentato; che la diffusione della disinformazione da parte della Russia attraverso gli organi di informazione tradizionali e le piattaforme dei social media, l'”elite capture”, la pirateria informatica contro i candidati alle elezioni e gli attacchi informatici sono aumentati a un livello senza precedenti;

E. considerando che la falsificazione sistematica della storia fa parte della guerra dell’informazione russa da decenni;

F. considerando che il Cremlino gestisce un’ampia rete di agenti di influenza in tutta l’UE, che hanno condizionato i processi elettorali e le politiche su questioni strategiche fondamentali quali le infrastrutture energetiche; che tali agenti di influenza prendono attivamente di mira tutti i settori della vita pubblica, in particolare la cultura, la memoria storica, i media e le comunità religiose, nonché i politici e le loro famiglie; che decine di indagini hanno dimostrato legami tra importanti attori politici e pubblici europei, attivi o in pensione, e il Cremlino;

G. considerando che continuano a essere rivelati i finanziamenti provenienti da paesi terzi per attività politiche e a favore di politici all’interno dell’Unione europea prima e dopo il 24 febbraio 2022, in particolare dalla Russia; che tali finanziamenti rappresentano un rischio per l’integrità dei processi democratici negli Stati membri dell’UE e necessitano di indagini approfondite per chiamare i complici a rispondere delle loro azioni; che il Cremlino ha patrocinato e sostenuto una serie di partiti e politici di estrema destra e di estrema sinistra in Europa e, tra l’altro, ha permesso al partito di Marine Le Pen di ottenere un prestito di 9,4 milioni di EUR nel 2013; che da allora Le Pen e i membri del suo partito hanno espresso in numerose occasioni la loro posizione a favore del Cremlino;

H. considerando che la Russia ha stabilito contatti con partiti, personalità e movimenti per poter contare su attori all’interno delle istituzioni dell’Unione in modo da legittimare le proprie posizioni, sostenere i movimenti indipendentisti e i propri governi per procura ed esercitare pressioni affinché vengano alleviate le sanzioni e attenuate le conseguenze dell’isolamento internazionale; che i deputati al Parlamento europeo di alcuni gruppi politici, nonché alcuni deputati non iscritti, hanno diffuso in Parlamento una propaganda spudorata a favore del Cremlino;

I. considerando che vi sono anche esponenti politici “Russlandversteher” (che comprendono le motivazioni della Russia) all’interno di partiti politici tradizionali; che diverse personalità pubbliche degli Stati membri dell’UE, compresi ex capi di governo e membri di gabinetto, tra i quali spicca Gerhard Schröder, hanno ricoperto posizioni ben retribuite in società energetiche controllate dal Cremlino; che, anche dopo l’aggressione su vasta scala contro l’Ucraina, alcune di queste persone hanno deciso di non dimettersi e hanno continuato a ricevere dal Cremlino denaro macchiato di sangue, con la complicità silenziosa dei loro partiti politici; che queste persone continuano a utilizzare la loro influenza filorussa sulla loro scena politica sia nazionale che europea;

J. considerando che relazioni di organi di informazione indipendenti del 29 gennaio 2024 hanno presentato prove concrete attestanti che l’on. Tatjana Ždanoka potrebbe aver agito come informatrice per la quinta sezione del Servizio federale di sicurezza della Federazione russa almeno dal 2004 al 2017;

K. considerando che le sue azioni sono state descritte come comprendenti azioni di sensibilizzazione politica per conto della Federazione russa, attraverso l’organizzazione di eventi e la trasmissione di informazioni sul funzionamento interno del Parlamento; che l’inchiesta giornalistica suggerisce che la deputata in questione abbia chiesto almeno una volta ai suoi referenti un pagamento per coprire le spese sostenute in relazione ai servizi resi;

L. considerando che tali accuse si basano, tra l’altro, su quanto è descritto come scambi di posta elettronica trapelati tra la deputata in questione e due funzionari della quinta sezione del Servizio federale di sicurezza russo a partire dal 3 ottobre 2005 in poi;

M. considerando che la deputata in questione è ben nota per la sua posizione a favore della Russia e la costante diffusione di narrazioni contro la Lettonia e contro l’UE durante tutto il suo mandato di deputato al Parlamento europeo, compresa la sua opposizione all’esistenza della Lettonia come paese sovrano e il suo rifiuto di condannare l’invasione russa dell’Ucraina; che la deputata al Parlamento europeo è altresì nota per la sua condotta politica altamente problematica, tra cui la sua partecipazione a una visita di osservazione del referendum nella Crimea occupata dalla Russia nel 2014, una visita al dittatore siriano Bashar al-Assad nel 2016 e la sua partecipazione a Mosca a trasmissioni televisive di propaganda a favore del Cremlino; che la deputata al Parlamento europeo ha deliberatamente dato l’impressione che tali viaggi fossero effettuati per conto del Parlamento europeo o dell’UE; che la deputata in questione ha organizzato e promosso eventi al Parlamento europeo con rappresentanti pro-Cremlino delle regioni Donetska e Luhanska prima della loro annessione illegale; che le attività della deputata sarebbero spesso state patrocinate da gruppi di facciata finanziati dal Cremlino, come la Fondazione Russkiy Mir; che la deputata in questione, insieme ad altri deputati al Parlamento europeo, ha organizzato eventi pubblici e si è recata in Lituania per dimostrare il proprio sostegno a Algirdas Paleckis, cittadino lituano ed ex diplomatico e politico condannato per spionaggio a favore della Russia;

N. considerando che le inchieste giornalistiche hanno da tempo evidenziato i contatti e le strette relazioni personali tra secessionisti in Catalogna, comprese le autorità del governo della comunità autonoma della Catalogna, e il Cremlino; che, secondo quanto riportato da giornalisti investigativi, l’ex diplomatico russo Nikolai Sadovnikov ha incontrato l’allora leader separatista e attualmente deputato al Parlamento europeo Carles Puigdemont a Barcellona alla vigilia del referendum illegale della Catalogna nell’ottobre 2017; che la Russia, coltivando contatti e relazioni, mira a costruire un’influenza politica ed economica per destabilizzare la democrazia nell’Unione europea; che il tribunale d’istruzione n. 1 di Barcellona incaricato dell’indagine sul caso Voloh, che collega, tra l’altro, l’ex Presidente della Catalogna e il suo entourage con la Russia, ha recentemente prorogato l’indagine per sei mesi; che i rappresentanti di un gruppo di secessionisti catalani in Spagna che hanno intrattenuto relazioni con personalità vicine al Cremlino, tra cui la deputata in questione, stanno chiedendo un’amnistia per i loro presunti reati;

O. considerando che la deputata al Parlamento europeo in questione è stata esclusa dal suo gruppo politico e ora siede come membro non iscritto; che la deputata ha ottenuto il sostegno di alcuni altri deputati al Parlamento europeo aventi posizioni pubbliche su questioni internazionali non molto diverse dalle sue;

P. considerando che, a seguito di tali rivelazioni, la Presidente del Parlamento europeo ha immediatamente annunciato l’avvio di un’indagine interna, compreso il deferimento al comitato consultivo sulla condotta dei deputati; che l’indagine è attualmente in corso; che le possibili sanzioni previste dal regolamento comprendono la perdita del diritto all’indennità giornaliera, la sospensione temporanea della partecipazione a tutte o ad alcune delle attività del Parlamento e limitazioni al diritto di accesso alle informazioni riservate o classificate; che il servizio di sicurezza lettone ha annunciato che indagherà sulle accuse;

Q. considerando che la deputata in questione non è l’unico membro del Parlamento europeo ad avere svolto attività che comprendono la partecipazione a false missioni di osservazione elettorale in territori occupati dalla Russia che possono essere confuse con missioni ufficiali del Parlamento europeo; che diversi deputati al Parlamento europeo sono stati sanzionati per tale infrazione in virtù della procedura del gruppo per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale; che tali visite si sono svolte sistematicamente in Russia e in territori occupati dalla Russia;

R. considerando che sono stati segnalati casi di deputati al Parlamento europeo che hanno utilizzato le risorse del Parlamento per sostenere e promuovere attività direttamente o indirettamente collegate a casi di ingerenze straniere, ad esempio nel dicembre 2022, quando il canale di propaganda statale bielorusso STV ha avuto accesso ai locali del Parlamento e alla struttura di registrazione video VoxBox all’interno del Parlamento e, di conseguenza, i locali del Parlamento sono stati utilizzati da diversi deputati per creare contenuti di disinformazione a favore del Cremlino e contro l’UE;

S. considerando che nel 2016 il partito al potere in Russia, Edinaja Rossija (Russia Unita), ha firmato un accordo di cooperazione con il partito austriaco di estrema destra FPÖ (Partito della libertà), chiedendo una maggiore cooperazione tra i due partiti e il rafforzamento dei legami politici ed economici tra Vienna e Mosca; che tale accordo è stato firmato alla presenza di un deputato al Parlamento europeo dell’FPÖ, che, da allora, ha ripetutamente chiesto di allentare le sanzioni dell’UE nei confronti della Russia e ha diffuso disinformazione a favore del Cremlino;

T. considerando che il ministero tedesco degli Affari esteri ha smascherato una campagna di disinformazione su vasta scala, presumibilmente orchestrata dalla Russia, sulla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter, finalizzata a manipolare l’opinione pubblica; che autorevoli media tedeschi hanno svelato che un dipendente di un membro del Bundestag tedesco appartenente al partito Alternative für Deutschland (AfD, Alternativa per la Germania) è stato identificato come persona di contatto del Servizio federale di sicurezza russo;

U. considerando che da diversi anni alcuni deputati al Parlamento europeo hanno assunto e impiegato cittadini russi simpatizzanti del regime di Putin come tirocinanti, assistenti parlamentari accreditati e consiglieri di gruppo e non hanno smesso di farlo nemmeno dopo l’inizio della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina; che nel 2018 e nel 2019 Elizaveta Peskova, figlia di Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha lavorato come tirocinante presso un deputato al PE;

V. considerando che, a seguito delle rivelazioni relative al Qatargate, nel settembre 2023 il Parlamento ha aggiornato e rafforzato in modo significativo il suo quadro di integrità interna, tra l’altro sottoponendo ad approfondita revisione il suo regolamento, il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo e le pertinenti decisioni dell’Ufficio di presidenza;

W. considerando che il 2024 è un anno elettorale cruciale e che negli Stati membri sono in programma diverse elezioni presidenziali, nazionali, locali e regionali, oltre alle elezioni europee previste per il 6-9 giugno 2024; che le elezioni europee del 2024 saranno probabilmente un bersaglio speciale per le campagne di disinformazione a livello locale, regionale e dell’UE;

Resoluta

1. esprime la sua totale indignazione e profonda preoccupazione per i continui sforzi della Russia volti a minare la democrazia europea; è costernato per le notizie attendibili che gettano luce sugli sforzi della Russia intesi a fomentare le divisioni tra i cittadini europei reclutando deputati al Parlamento europeo come agenti di influenza e sui suoi tentativi volti a creare sistematicamente un sistema di dipendenze tramite partiti politici europei che fungono poi da amplificatori della propaganda del Cremlino e ne servono gli interessi; ricorda che, perseguendo una strategia a lungo termine di ingerenza straniera, la Russia sta cercando di minare e, in ultima analisi, distruggere la democrazia in Europa; mette in evidenza gli sforzi compiuti da Putin per smantellare completamente qualsiasi forma di democrazia all’interno della Russia e sottolinea che ciò deve essere visto come un segnale di avvertimento a non essere condiscendenti verso gli obiettivi a lungo termine di Putin e pertanto a trattare questi tentativi di ingerenza russa come una questione di estrema gravità; sottolinea che il ricorso a tali tattiche non deve restare impunito; ribadisce il suo invito agli Stati membri a sviluppare e perfezionare ulteriormente i pacchetti di sanzioni adottati nei confronti della Federazione russa e a colmare le lacune nell’applicazione delle misure restrittive attualmente in vigore;

2. condanna inequivocabilmente gli sforzi in atto da parte della Russia per strumentalizzare e falsificare la memoria storica dei periodi più tragici dell’Europa, comprese le conseguenze del patto Molotov-Ribbentrop e del terrore che ne seguì per i territori conquistati dalla Germania nazista e dalla Russia comunista, nel tentativo di giustificare la sua attuale aggressione brutale, illegale e disumana e la sua politica espansionista;

3. esprime profonda preoccupazione per le notizie secondo cui la deputata Tatjana Ždanoka avrebbe agito come informatrice per la quinta sezione del Servizio federale di sicurezza russo mentre esercitava il suo mandato di deputata al Parlamento europeo; sottolinea che un informatore del Servizio federale di sicurezza russo che abbia accesso a benefici e informazioni in qualità di deputato al Parlamento europeo costituirebbe una grave minaccia per la sicurezza e la democrazia dell’Unione; sottolinea che è essenziale che il Parlamento europeo e le autorità lettoni indaghino in modo approfondito sulla questione al fine di determinare senza indugio le sanzioni e i procedimenti penali adeguati;

4. sottolinea che la deputata in questione è stata esclusa dal suo gruppo politico per motivi legati alle sue posizioni sulla Russia e l’Ucraina e ora non è affiliata a nessun gruppo; sottolinea che la stragrande maggioranza dei deputati al Parlamento europeo non condivide le opinioni della deputata in questione e ha condannato in misura egemone l’invasione illegale russa dell’Ucraina, il ricorso della Russia a tattiche di guerra ibrida contro la democrazia europea e altre sue scelte politiche aggressive e antidemocratiche degli ultimi anni; osserva tuttavia che un ristretto numero di deputati al PE ha partecipato ad azioni congiunte con la deputata in questione, esprimendo punti di vista simili e schierandosi apertamente con la Russia;

5. si impegna a fornire pieno sostegno e cooperazione alle autorità lettoni nella loro indagine sulla condotta della deputata in questione; invita le autorità competenti a verificare se la deputata in questione sia perseguibile ai sensi del diritto penale nazionale e rimane pronto a fornire pieno sostegno e cooperazione a tal riguardo;

6. accoglie con favore il deferimento della deputata in questione al comitato consultivo sulla condotta dei deputati; si impegna a porre pienamente in essere il proprio quadro sanzionatorio interno applicabile; osserva che i presunti fatti sono anteriori alla recente adozione della riforma del quadro di integrità del Parlamento; ritiene che le norme di per sé non avrebbero impedito il presunto comportamento riprovevole della deputata al Parlamento europeo; resta tuttavia pronto a valutare e perfezionare ulteriormente il funzionamento e le sanzioni del quadro di integrità del Parlamento, che è stato rafforzato a seguito del Qatargate;

7. sostiene le indagini in corso, ma sottolinea la necessità di rispettare il giusto processo, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali; ribadisce che le scelte politiche non possono essere criminalizzate e che i deputati al Parlamento europeo non devono subire ulteriori restrizioni all’espressione delle loro opinioni nell’esercizio del loro legittimo mandato;

8. mette in evidenza altri casi di deputati al Parlamento europeo che servono consapevolmente gli interessi della Russia; sottolinea che le attività di tali deputati al Parlamento europeo stanno compromettendo la sicurezza, la credibilità e la resilienza democratica dell’UE; esprime profonda preoccupazione per i legami che la deputata in questione può avere intrattenuto con altri deputati al Parlamento europeo e denuncia fermamente qualsiasi tentativo interno coordinato di portare avanti l’agenda politica del Cremlino in seno al Parlamento; ritiene indispensabile condurre immediatamente un’indagine interna approfondita al fine di valutare tutti i possibili casi di ingerenze straniere da parte della Russia o altri tipi di ingerenze malevole nell’attività del Parlamento europeo;

9. esprime particolare preoccupazione per le recenti notizie secondo cui le autorità russe stanno fornendo narrazioni specifiche ai partiti politici e agli attori di estrema destra in diversi paesi dell’UE, in particolare in Germania e Francia, al fine di minare il sostegno pubblico all’Ucraina a seguito dell’invasione su vasta scala da parte della Russia nel 2022; sottolinea la gravità dei legami della Russia con partiti e responsabili politici nell’Unione e la sua considerevole ingerenza in movimenti secessionisti che interessano territori europei, come la Catalogna;

10. ribadisce la propria indignazione per le regolari rivelazioni su finanziamenti russi su vasta scala a favore di partiti, esponenti politici, funzionari e movimenti in diversi paesi democratici nel tentativo di interferire e ottenere influenza nei loro processi interni; riconosce che la stragrande maggioranza degli Stati membri ha vietato, in tutto o in parte, le donazioni estere a partiti e candidati politici; esprime preoccupazione per i legami della Russia con diversi partiti ed esponenti politici nell’UE; ricorda che, anche laddove la legge limita le fonti di finanziamento politico, gli attori russi hanno trovato modi per eluderla e hanno offerto sostegno ai propri alleati contraendo prestiti presso banche estere (come nel caso del Front National nel 2016), sottoscrivendo contratti commerciali e di acquisto (come riportato da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung il 17 maggio 2019 relativamente al partito FPÖ e da Buzzfeeds e L’Espresso il 10 luglio 2019 a proposito della Lega per Salvini premier) e facilitando attività finanziarie (come riferito dalla stampa britannica in merito alla campagna Leave.eu);

11. esprime profonda preoccupazione per le presunte relazioni tra i secessionisti catalani e l’amministrazione russa; osserva che l’ingerenza russa in Catalogna, se confermata, formerebbe parte di una strategia più ampia della Russia volta a promuovere la destabilizzazione interna e la disunità dell’UE; esprime profonda preoccupazione per le campagne di disinformazione su larga scala che la Russia ha condotto in Catalogna, così come per i presunti intensi contatti e i numerosi incontri tra gli agenti responsabili dell’ingerenza russa e il movimento indipendentista e il governo regionale della comunità autonoma della Catalogna; invita le autorità giudiziarie competenti a indagare efficacemente sui legami dei deputati al Parlamento europeo asseritamente associati al Cremlino e sui tentativi di destabilizzazione e ingerenza da parte della Russia nell’UE e nei suoi Stati membri; deplora tutti gli attacchi contro i giudici che indagano su tali attività di ingerenza; chiede che i casi dei deputati al Parlamento europeo catalani in questione siano deferiti al comitato consultivo sulla condotta dei deputati;

12. condanna fermamente il recente incidente in Slovacchia, dove il Servizio di intelligence esterno russo, con una mossa provocatoria, ha rilasciato una dichiarazione durante la moratoria preelettorale in cui metteva in discussione l’integrità del processo elettorale della Repubblica slovacca; esprime preoccupazione per il ruolo visibile e diretto che la diplomazia russa svolge nella vita pubblica e politica slovacca sin dalle elezioni parlamentari del settembre 2023;

13. condanna fermamente la campagna di disinformazione su vasta scala portata alla luce dal ministero tedesco degli Affari esteri, presumibilmente orchestrata dalla Russia sulla piattaforma X, con l’intenzione di manipolare l’opinione pubblica in Germania;

14. osserva con preoccupazione che X ha cessato di seguire il codice volontario di buone pratiche sulla disinformazione; esprime preoccupazione per la diffusione di disinformazione e di contenuti illegali sulla piattaforma;

15. ribadisce la sua precedente posizione secondo cui il carattere eccezionale dell’ingerenza straniera russa richiede che le istituzioni nazionali e dell’UE, compreso il Parlamento europeo, profondano sforzi speciali per identificare, affrontare e superare questa minaccia specifica;

16. condanna fermamente i fatti allarmanti rivelati da autorevoli organi di informazione tedeschi secondo cui un impiegato affiliato al partito Alternative für Deutschland (AfD) e associato a un deputato al Bundestag tedesco è stato identificato come persona di contatto del Servizio federale di sicurezza russo, il che desta gravi preoccupazioni riguardo alla potenziale ingerenza straniera all’interno del mondo politico tedesco;

17. ricorda che le ingerenze straniere sono una minaccia sistemica che va contrastata con determinazione; sottolinea che la guerra ibrida e la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere non sono soltanto questioni di politica estera e di sicurezza, ma minacciano di fatto la vera e propria base delle nostre democrazie; esorta le istituzioni dell’UE ad adottare un approccio trasversale permanente per combattere con maggior efficacia la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere; ritiene che le ingerenze elettorali che si verificano in uno Stato membro incidano sull’UE nel suo complesso nella misura in cui esse si possono ripercuotere sulla composizione delle istituzioni dell’UE; ritiene che le autorità nazionali non siano in grado di affrontare tali minacce lavorando in isolamento e che l’autoregolamentazione del settore privato non possa risolvere tutti i problemi; plaude al lavoro svolto dal Servizio europeo per l’azione esterna nella sua seconda relazione sulla manipolazione delle informazioni e le minacce di ingerenza estere, pubblicata il 23 gennaio 2024, e raccomanda una più stretta cooperazione con la NATO in tale ambito; resta determinato a portare avanti il suo impegno volto a combattere le ingerenze straniere nell’UE negli anni a venire, tra l’altro attraverso un apposito organo parlamentare;

18. continua a sostenere con fermezza gli sforzi per migliorare e applicare le norme che tutelano l’integrità di questa Istituzione quale pilastro della democrazia europea; ritiene che le accuse riguardanti la deputata in questione evidenzino la necessità di rafforzare la cultura della sicurezza in seno al Parlamento europeo; chiede che sia prestato il massimo livello di attenzione politica e amministrativa alle raccomandazioni per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione, adottate il 13 luglio 2023, e chiede la piena attuazione delle misure proposte, tra cui una formazione obbligatoria e periodica in materia di sicurezza e integrità per i deputati e il personale del PE, un adeguato nulla osta di sicurezza e un controllo rafforzato del personale, in particolare di coloro che partecipano a riunioni a porte chiuse; chiede un controllo più rigoroso dell’organizzazione di eventi, degli inviti a ospiti esterni presso il Parlamento e dell’accesso alle piattaforme di comunicazione dell’Istituzione; invita le autorità nazionali a seguire le procedure e un calendario comune ogni volta che viene loro richiesto di rilasciare il nulla osta di sicurezza ai deputati e al personale del Parlamento europeo, nonché per qualsiasi controllo di sicurezza relativo alle istituzioni dell’UE; è fermamente convinto che le risorse del Parlamento, come il patrocinio di eventi o viaggi, la concessione dell’accesso a studi di videoregistrazione e altre piattaforme di comunicazione e il finanziamento di progetti di comunicazione dei gruppi politici o dei deputati al Parlamento europeo, non dovrebbero essere utilizzate per minare i valori dell’UE o per disseminare informazioni ostili da parte di regimi autoritari; ribadisce la propria richiesta di norme più rigorose per i viaggi effettuati dai deputati al Parlamento europeo e pagati da paesi ed entità stranieri; ritiene che andrebbero elaborate norme analoghe per i viaggi effettuati dagli assistenti parlamentari accreditati o dal personale dei gruppi politici;

19. insiste sul suo forte impegno a continuare a realizzare riforme serie e concrete in seno al Parlamento europeo al fine di mostrare tolleranza zero in materia di corruzione e ingerenze politiche improntate alla corruzione e proteggere la democrazia europea;

20. ribadisce il suo sostegno alla creazione, quanto prima possibile, di un organismo indipendente responsabile delle questioni di etica, in linea con la sua risoluzione del 16 settembre 2021; esorta tutte le istituzioni dell’UE a elevare le proprie ambizioni riguardo alla creazione di tale organismo;

21. invita il segretariato del registro per la trasparenza dell’UE a mettere al bando qualsiasi entità che abbia relazioni dirette o indirette con il governo russo, a norma della decisione del Consiglio del 3 giugno 2022 concernente misure restrittive(10);

22. si attende che la Commissione e il Consiglio attuino il pacchetto per la difesa della democrazia al fine di intervenire con urgenza e colmare le numerose lacune presenti nella legislazione dell’UE sul finanziamento ai partiti, elaborare un regime normativo obbligatorio per le grandi piattaforme e potenziare la ciberdifesa dell’UE contro possibili attacchi al nostro sistema elettorale; esorta le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a realizzare investimenti significativi e duraturi nel rafforzamento della nostra resilienza democratica e dello Stato di diritto, anche attraverso misure volte a rafforzare le capacità di controspionaggio dell’UE; sottolinea che le indagini penali sulle accuse di spionaggio sono di competenza degli Stati membri; sottolinea che, in quasi tutti gli Stati membri, sono state scoperte reti di spionaggio russe; invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi e la cooperazione, anche per neutralizzare i tentativi di acquisire tecnologie sensibili da imprese dell’UE per alimentare le capacità militari della Russia; accoglie con favore il fatto che diversi paesi dell’UE hanno istituito commissioni speciali di inchiesta dedicate a contrastare l’influenza russa;

23. condanna tutti i tipi di “élite capture” e la tecnica della cooptazione di funzionari pubblici di alto livello ed ex politici dell’UE, tra gli altri, fornendo loro posti di lavoro lucrativi in imprese collegate a governi attivamente impegnati in azioni di ingerenza contro l’UE; chiede di vietare ai deputati al Parlamento europeo di svolgere lavori secondari o attività collaterali retribuiti per conto di organizzazioni o individui inclusi nel registro per la trasparenza o per conto di paesi terzi, al fine di limitare potenziali conflitti di interesse e ingerenze straniere;

24. osserva che le leggi sono essenziali per contrastare la corruzione e i comportamenti criminali ma da sole non bastano per impedire che singoli deputati al PE commettano reati e azioni contrari all’etica; sottolinea che a tutti i gruppi politici del Parlamento europeo spetta una certa responsabilità di monitorare le azioni dei rispettivi deputati e conseguentemente ricorda a tutti i gruppi di agire rapidamente nel caso in cui vengano a conoscenza di un comportamento che desta dubbi circa l’integrità di uno dei loro deputati; esorta tutti i deputati al Parlamento europeo e tutti i gruppi a cooperare pienamente con le pertinenti autorità nazionali e dell’UE in questo contesto;

25. ritiene che elezioni libere ed eque siano al centro del processo democratico ed esorta pertanto le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a intraprendere azioni decisive per garantire che l’autorità di governo si basi esclusivamente sulla volontà dei cittadini, senza ingerenze straniere da parte di attori malevoli, prestando particolare attenzione ai preparativi per le elezioni europee del 6-9 giugno 2024; invita gli Stati membri e le istituzioni dell’UE ad attuare strategie di resilienza per le elezioni e sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi di monitoraggio permanente e di potenziarne l’attuazione con largo anticipo rispetto alle elezioni, ai referendum e ad altri importanti processi politici in tutta Europa;

26. sottolinea il ruolo chiave del giornalismo investigativo nel rivelare i tentativi di ingerenza straniera e attività occulte; ribadisce il suo appello alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri affinché garantiscano finanziamenti sufficienti e sostenibili al giornalismo investigativo;

27. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

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(1) Testi approvati, P9_TA(2023)0316.
(2) Testi approvati, P9_TA(2023)0292.
(3) GU C, C/2023/1226, 21.12.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1226/oj.
(4) GU L 347 del 9.9.2022, pag. 61.
(5) GU 167 dell’11.5.2023, pag. 18.
(6) GU 171 del 6.5.2021, pag. 25.
(7) Testi approvati, P9_TA(2024)0030).
(8) GU C 125 del 18.3.2022, pag. 2.
(9) GU C 117 dell’11.3.2022, pag. 159.
(10) Decisione (PESC) 2022/884 del Consiglio, del 3 giugno 2022, che modifica la decisione 2014/512/PESC, concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina (GU L 153 del 3.6.2022, pag. 128).
Ultimo aggiornamento: 12 febbraio 2024

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Fonte: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2024-0079_IT.html


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